Storia e fotografia: a Vadena l'«archivio parlante»

Successo annunciato ma soprattutto confermato, quello della mostra dal titolo "Al di là del ponte - Vadena: storia e immagini"



BOLZANO. Successo annunciato ma soprattutto confermato, quello della mostra dal titolo "Al di là del ponte - Vadena: storia e immagini", che dal giorno della sua apertura, il 25 novembre scorso, nell'ampia sala polifunzionale del municipio di Vadena, sèguita a far registrare un afflusso di pubblico davvero considerevole. Il successo si lega al rapporto di fiducia e di reciproco scambio che si è instaurato fra la comunità di Vadena e l'associazione culturale La Fabbrica del Tempo, che ha dato origine ad un'esposizione i cui tasselli (immagini, documenti, ricordi, testimonianze) sono stati forniti dalla gente del posto. Ma facciamo un passo indietro.

La Fabbrica del Tempo ha proposto tre anni or sono alla comunità di Vadena e ai suoi rappresentanti istituzionali - nell'ottica di sperimentare un'operazione di decentramento culturale - di mettersi in gioco, fornendo "pezzi" della propria storia, al fine di creare un archivio della memoria, un "arcipelago" di storie in cui tutti gli abitanti di Vadena potessero riconoscersi e ritrovarsi.

L'operazione è stata condotta seguendo rigorosi criteri storiografici, ma tenendo altresì conto dell'importanza, della valenza profonda del vissuto emozionale delle persone. Se negli anni passati sono stati realizzati due diversi filmati intervistando alcuni fra i più anziani protagonisti del dopoguerra di Vadena a dare il via all'operazione Arcipelago Vadena, ora è dunque la mostra "Al di là del ponte - Vadena: storia e immagini", che resterà aperta fino a dopodomani 23 dicembre (ore 15-19) nel municipio di Vadena, a catalizzare l'attenzione.

La mostra fa il paio con un catalogo bilingue, un volume che riporta oltre alle immagini (foto) anche contributi storiografici inediti, passando da un excursus sulle vicende note e meno note di Vadena (realizzato dagli storici Christoph von Hartungen e Alessandra Zendron) ad argomenti quali gli scavi archeologici condotti in loco (testo di Lorenzo Dal Rì e Alberto Alberti) e le articolate vicende che hanno interessato dagli inizi del Novecento in poi Maso Stadio (ricostruite da Elena Taddei).

Le foto in mostra - poco meno di 300 - selezionate (sotto la supervisione dei coordinatori della Fabbrica del Tempo Tiziano Rosani e Fabrizio Miori), schedate, elaborate e scansionate da Elisabetta Bertolucci, Giorgia Filagrana, Silvano Gazziero, Stefano Veneri e Maurizio Pacchiani fra le oltre seicento raccolte in tre anni di lavoro a formare un grande "archivio parlante" - e un corrispondente archivio web - si possono visionare anche nel libro che porta lo stesso titolo della mostra.













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