Strade chiuse, ma pochi disagi

Vigili tempestati dalle telefonate per informazioni su percorsi alternativi



 BOLZANO. Centralino dei vigili tempestato, già sabato pomeriggio, dalle telefonate di chi chiedeva informazioni su percorsi alternativi, ma la chiusura ieri di molte strade cittadine, per consentire il passaggio della maratona, non ha causato particolari disagi alla circolazione. Contenute anche le proteste. Nulla a che vedere con le polemiche scoppiate il 22 settembre dopo la manifestazione Bolzanoinbici.  «Abbiamo chiuso le strade - spiega il comandante dei vigili urbani Sergio Ronchetti - poco dopo le 10 e abbiamo riaperto via Druso verso le 13.30, ovvero prima del previsto. I bolzanini erano stati informati con largo anticipo della chiusura delle strade, per consentire il passaggio dei 1500 concorrenti e si sono organizzati. Multe? Zero».  E per quanto riguarda l'atmosfera con cui la città ha accolto la 17º maratona dell'Alto Adige? Freddina, in sintonia con la giornata. In centro, dove ci si sarebbe aspettati la massima partecipazione, c'era poco pubblico e ancor meno calore. Ad eccezione di via Museo davanti alla pasticceria Streitberger, dove l'istrionico Elmar con la sua band incoraggiava i concorrenti e invitava il pubblico a fare altrettanto.  «Ovviamente, quando passa il Giro d'Italia - ammette il comandante Ronchetti - il pubblico è più numeroso e più caloroso. Certo, non è facile avere tanta gente su un percorso di 42 chilometri che partiva da Merano e arrivava alla Fiera, a Bolzano sud». Bolzanini e non che abbiamo intervistato ieri concordavano tutti sul fatto che è stato un errore fare l'arrivo lontano dal centro.  «Certo un arrivo in piazza Walther, come per la corsa di San Silvestro - spiega Hansi Dalvai, noto commerciante bolzanino - sarebbe stato fantastico. Comunque, va bene così. Queste sono iniziative importanti per la città. Ottimo volano per il turismo».  Maria Cicco fa parte del gruppo di 64 persone, atleti e fan di Polisportiva Prato Nord, Jolly Motor, Podistica Narnali, arrivato da Prato per partecipare alla competizione: «Merano e Bolzano sono due bellissime città, però indifferenti. La città più calda, per quanto riguarda partecipazione e tifo, è Trieste. Ma lì la gara arriva nella piazza principale. I concorrenti, soprattutto negli ultimi chilometri, hanno bisogno di essere sostenuti dal tifo: qui invece corrono in mezzo a strade deserte della zona industriale».  Peter Emden Weinert, fa parte di un gruppo di 50 persone arrivate dalla Germania per partecipare a maratona e mezza maratona: lui fa il tifo in piazza Walther. Armato di bandiera del suo team e trombetta rompe il silenzio della piazza dove gli atleti transitano.  «Certo se il traguardo fosse qui - commenta Valentina Da Tos arrivata con il marito e i figli in piazza Walther in bici - ci sarebbe tutta un'altra atmosfera. Andare in bici fino alla Fiera è lontano e con la macchina un problema, perché le strade sono chiuse».  Anni fa, l'arrivo della maratona dell'Alto Adige, era proprio in piazza Walther: tappeto rosso sotto la statua di Walther von der Vogelweide per accogliere gli atleti che arrivavano tra due ali di folla. Dopo quell'esperienza però, la manifestazione era stata spostata in Bassa Atesina, perché i residenti avevano protestano: troppo rumore, troppo caos. Troppi stand degli sponsor. Pochi gabinetti. Le lamentele alla fine avevano avuto la meglio. E la maratona si è corsa, per alcune edizioni, tra i meleti della Bassa Atesina. Ma una competizione di questo tipo per avere successo ha bisogno di essere disputata in città. Perché gli atleti devono essere sostenuti dall'incitamento e dagli applausi del pubblico.

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