Sui conti della Sparkasse il tesoro della Lega Nord

Sull’Espresso le rivelazioni su 20 milioni versati nel 2013 e contesi nel Carroccio Brandstätter: «Il conto venne chiuso un anno dopo per divergenze sui tassi»



BOLZANO. Il tesoro della Lega è transitato anche da Bolzano. E precisamente dai conti della Sparkasse. La ricostruzione è contenuta nel numero dell’Espresso oggi in edicola. «Caccia al tesoro padano. Nella guerra di successione del dopo-Bossi, le fazioni si contendono un gruzzolo di 20 milioni di euro. Spostato su una banca di Bolzano...»: questo il titolo dell’articolo firmato da Giovanni Tizian e Gianfrancesco Turano. L’espresso anticipa che «due Procure della Repubblica, Milano e Genova, più l’Avvocatura dello Stato, stanno dando la caccia al tesoro della Lega e ipotizzano truffa e appropriazione indebita. La giustizia ordinaria aveva parlato di 41 milioni di euro. Gli avvocati dello Stato hanno ritoccato al rialzo (59 milioni di euro), la cifra che la dirigenza leghista avrebbe avuto a disposizione, e male impiegato, quando il tesoriere era Francesco Belsito, finito sotto indagine ad aprile del 2012, arrestato a marzo dell’anno successivo e oggi dipendente di una gelateria genovese. La posizione della Lega è che non c’è più un euro in cassa, tanto che la spending review in verde ha dovuto licenziare». Eppure, prosegue l’articolo, «come l’Espresso è in grado di rivelare, 19,8 milioni di euro in liquidità e titoli sono stati trasferiti dalla filiale Unicredit di Vicenza e dalla sede milanese di Banca Aletti per essere messi in sicurezza dai debitori. Alla filiale milanese della Cassa di Risparmio di Bolzano all’inizio del 2013 sono stati aperti due conti intestati alla “Lega nord per l’indipendenza della Padania”». L’operazione, «ordinata dall’allora segretario Maroni, è stata portata a termine grazie ai due principali soci dello studio legale Ab e associati: il catanzarese Domenico Aiello e l’altoatesino Gerhard Brandstätter». Aiello era stato scelto da Maroni, all’epoca segretario della Lega, come legale del partito, dopo la caduta di Bossi. Aiello, scrive l’Espresso, era anche presidente dell’Organismo di vigilanza della Sparkasse. Brandstätter, oggi presidente della banca,nel 2013 era presidente della fondazione bancaria. Il settimanale ha contattato Brandstätter, che ha confermato l’operazione della Lega con la Cassa di risparmio:«Mi sono informato in direzione generale. La Lega ha aperto un normale conto “easy business” nella nostra filiale milanese a gennaio del 2013 e poi un conto deposito titoli a marzo del 2013. Le posizioni sono state di fatto chiuse il 9 luglio del 2013, perché la Lega non era soddisfatta degli interessi che poteva offrire la Sparkasse, con un massimo del 2,5% in quel periodo, poi sceso all’1,9%. La chiusura formale della posizione è avvenuta un anno dopo, quando restavano poche migliaia di euro. Ma mi risulta che anche la cifra versata inizialmente fosse di alcuni milioni, e non di venti. Quanti milioni, non saprei dire». Aiello, scrivono i due giornalisti, concorda con Brandstätter anche sull’entità del tesoro, «parlando di un paio di milioni al massimo». Dopo i primi sei milioni di euro cash consegnati alla Cassa di risparmio in gennaio, a marzo 2013 arrivano i titoli e inizia la trattativa per spuntare un tasso del 4%. «Viene avviata una trattativa che coinvolge l’allora direttore generale della Cassa, Peter Schedl», scrive l’Espresso, «Il dirigente si mostra subito titubante sulla richiesta in una fase in cui i tassi di interesse stanno scendendo». Il negoziato sul tasso, «non va a buon fine».

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