SunEdison, ufficiale il passaggio alla Global Wafers

Definita l’intesa fra la compagnia Usa e la società di Taiwan Per i dipendenti resta il nodo degli accordi di secondo livello


di Ezio Danieli


MERANO. La SunEdison è passata di mano. Da tempo era stato raggiunto un accordo di massima con la Global Wafers Co. Ltd di Taiwan sulla base di 863 milioni di dollari. La transazione è avvenuta nei giorni scorsi, dopo che l'intesa era stata sottoposta agli azionisti SunEdison, il cui benestare era un atto puramente formale.

Per la fabbrica di Sinigo, che produce pannelli di monocristallo, non ci sono stati problemi: sono all'incirca 250 i dipendenti attuali, per i quali non cambia assolutamente nulla. A Sinigo, i primi effetti della nuova gestione sono già iniziati con un'attenzione particolare per contenere le spese ritenute esagerate.

Il cambio di proprietà è l'ennesimo negli ultimi anni. La Corporate americana del gigante americano dell'energia solare aveva dichiarato la bancarotta. La società ha portato i libri alla Corte federale di Manhattan nell'ambito della procedura del Chapter 11 dichiarando 16,1 miliardi di debiti. Si tratta della maggior bancarotta dell'anno negli Stati Uniti e di una delle maggiori del decennio nel settore non finanziario.

“La nostra decisione di iniziare una ristrutturazione sotto la supervisione di un tribunale - aveva spiegato l'amministratore delegato Ahmad Chatila - è stato un passo difficile, ma necessario per affrontare i nostri problemi immediati di liquidità. L'azienda userà il processo di bancarotta per ridurre il debito e dismettere le attività non essenziali”. La compagnia ha detto di poter contare su 300 milioni di finanziamenti per garantire un'operatività minima durante la riorganizzazione.

L'obiettivo del Chapter 11 è proprio quello di garantire la continuazione dell'attività delle aziende tutelando al tempo stesso i creditori. La resa al Chapter 11 è stata la conseguenza di un’aggressiva campagna di acquisizioni nel campo del solare e dell’eolico condotta negli ultimi due anni, che ha fatto lievitare il debito aziendale, ma anche il risultato di un crollo dei prezzi dei pannelli fotovoltaici ed energetici in genere. Il colpo finale è stata la mancata acquisizione di Vivint Solar, azienda che installa pannelli solari sui tetti. Un’operazione costosa - 2,2 miliardi di dollari - e soprattutto vista con scetticismo dal mercato perché riguardava un settore diverso dal core business di SunEdison, che sono i grandi impianti di produzione di energia.

Per quanto riguarda la fabbrica di Sinigo, resta il "nodo" degli accordi di secondo livello disdetti dalla SunEdison e non ancora risolti. “Non abbiamo ancora capito - dice il sindacalista Maurizio Albrigo della Cisl - la posizione aziendale di rifiuto, davanti al giudice, delle nostre proposte a vantaggio degli operai. Lasceremo passare un po' di tempo e poi confidiamo in un incontro con la nuova proprietà per verificare le loro intenzioni in merito ad una vertenza che si trascina da parecchio tempo”.

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