Svastica sul web, altri guai per Casapound

Polemica per un «post» di Mirko Gasperi. Il consigliere si difende: «Solo una risposta goliardica»



BOLZANO. Una svastica a commento di un post con la foto di una donna nuda fotografata di schiena. Tutto sulla pagina privata di Facebook del consigliere di Circoscrizione di Casapound Mirko Gasperi. Un simbolo forte che fa molto discutere per gli ovvi rimandi al nazismo, riproposto in modo ripetitivo anche nei commenti dove compaiono saluti come “sieg heil 88” (ovvero, Heil Hitler, il numero 8 indica la lettera h dell’alfabeto) e qualche accenno nostalgico. La svastica hitleriana, nella retorica nazifascista, viene spesso associata alle bellezze femminili richiamando quello che era il canone ariano. Una sorta di metafora inquietante. Il tutto, naturalmente, si inserisce all'interno di un movimento che si autodefinisce “fascista del terzo millennio” accendendo le critiche per i riferimenti inaccettabili da parte di un rappresentante istituzionale. Gasperi, come detto, siede nel consiglio di Quartiere a Oltrisarco. Il tutto avviene a pochi giorni dalla discussione a Don Bosco attorno alla presenza in consiglio di circoscrizione di Davide Brancaglion, indagato per il pestaggio di un minorenne. Postare una svastica non è un reato se il simbolo non viene accompagnato da una chiara apologia (in Germania basta l’esposizione), ma Gasperi rischia comunque una segnalazione da parte delle forze dell’ordine. Lui, dal canto suo, si difende e spiega di aver scritto quell’intervento come provocazione: «È stata una sorta di risposta goliardica alla mozione approvata in consiglio provinciale in cui, supportando la proposta del Pd in Parlamento, si chiedono nuove leggi contro i fenomeni moderni che si ispirano al fascismo. Ho affiancato un simbolo come lo svastica, tanto forte quanto vecchio, alla foto con una donna nuda nella natura per significare che anche le cose più belle o più giuste, se arrivano da alcune ideologie condannate dalla storia, per colpa di leggi ideologizzate come Scelba e Mancino vengono vanificate, censurate o addirittura condannate anch'esse». Intanto a Don Bosco è rottura tra i consiglieri del Pd Alessandro Azzarita e Monica Bancaro, e il presidente Federico De Piccoli (M5S). I consiglieri del Pd e Ana Agolli (Verdi) mercoledì non si sono presentati alla seduta del quartiere per protesta contro Brancaglion, di cui chiedono le dimissioni. De Piccoli, che pure ha chiesto al consigliere di CasaPound di dimettersi «per il decoro dell’istituzione», attacca l’esponente Pd: «Mi auguro che tornino. La violenza non si combatte scappando». Duro Azzarita: «La seduta di mercoledì è stata surreale. De Piccoli, eletto con i nostri voti, non ci rappresenta. Avrebbe potuto almeno fare saltare la seduta, come segnale. Evidentemente il pestaggio di un minorenne non viene considerato un evento grave».













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