Svp, Brugger e Zeller: "Pronti a rivedere la linea blockfrei, potremmo votare contro il governo"

Se si dovesse interrompere la collaborazione con il governo sulla questione delle norme di attuazione, il partito minaccia di recedere dalla linea "blockfrei". Frattini invita al dialogo: "Ricominciamo ad incontrarci"


Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp non porgerà l'altra guancia al governo. Altrimenti detto, «non dobbiamo fare gli astenuti per forza». Siegfried Brugger e Karl Zeller hanno iniziato ieri la settimana di lavoro alla Camera. Tra gli obiettivi dei due deputati Svp, verificare se la minaccia di bloccare le norme di attuazione appartiene solo ai ministri Franco Frattini e Roberto Calderoli, o a tutto il governo. Nella seconda ipotesi, concordano i due deputati impegnati nella Commissione dei 6 e dei 12, «chiederemo al partito di trarre le conseguenze». Pronti a riconsiderare tutto, avverte Zeller. Anche la posizione blockfrei tenuta da inizio legislatura.

Tra i due Brugger è più ottimista perché, rivela, «ho avuto un colloquio con il ministro Fitto, che mi è sembrato intenzionato a proseguire la collaborazione. Siamo rimasi d'accordo di rivederci per parlare delle norme e va fissato anche l'incontro con Durnwalder sulla segnaletica di montagna». In caso contrario, aggiunge Brugger, «concordo con Zeller che la Svp dovrà decidere cosa fare. Saremo un partito criticabile su altri fronti, ma non sulla dignità: non prendiamo ordini né ci facciamo minacciare». Zeller e Brugger avevano una linea diversa sul presidente del consiglio provinciale. Zeller spingeva per le candidature Vezzali-Artioli. Brugger era convinto che in assenza di una indicazione univoca del centrodestra si dovesse lasciare libertà di voto al gruppo consiliare (come è poi avvenuto). Così Zeller.
Al di là delle minacce, è vero che il governo blocca le norme di attuazione?
«Le norme sono ferme da mesi. Che ci sia l'intenzione di proseguire così me lo ha detto Calderoli in un dialogo che non definirei cordiale. Per noi è essenziale chiarire se questa sarà la linea del governo o solo di alcuni ministri. E' pacifico che il clima sia peggiorato e mi dispiace, perché eravamo riusciti a costruire un rapporto di collaborazione. La reazione del ministro Frattini è stata eccessiva, poco istituzionale».
Lei aveva sostenuto i candidati sponsorizzati da Frattini e Calderoli.
«E' vero. Sapevo che ci tenevano molto e ritenevo che si potesse fare. E' anche vero che prima puntavano su Vezzali (Pdl), che sarebbe stato più semplice, poi hanno scelto la Artioli (Lega) poi di nuovo Vezzali. All'interno del loro stesso gruppo non c'è stata linearità di comportamenti. Ho parlato con tutti nel partito, li avevo avvisati "guardate che la prenderanno sul personale: non è giusto ma sarà così". Alla fine nel gruppo consiliare sono prevalsi i buoni rapporti con Minniti (Pdl), che è sempre stato affidabile e corretto e non ha nemmeno un nemico tra i nostri consiglieri. Comunque ormai l'escalation è partita e dovremo reagire».
Come?
«Se ministri di primo livello minacciano "non lavoreremo più con voi" è chiaro quale sarà la reazione. Se la pensa così tutto il governo, e non lo so perché sono divisi, dovremo decidere la nostra linea. Finora ci siamo astenuti, potremo iniziare a votare contro».

La replica del Pdl, attraverso il ministro degli Esteri Franco Frattini, non si è fatta attendere ed è improntata al dialogo.
''Ho più volte ripetuto che sarebbe utile, per confermare un clima positivo di collaborazione tra governo e Svp, che si riprendesse la consuetudine di incontri operativi su iniziative di comune interesse con l'intervento di rappresentanti di entrambe le parti''. Lo dice il ministro Franco Frattini, dopo la minaccia della Svp di votare contro il governo a causa di divergenze sull'attuazione dell'autonomia speciale. ''Questo - ribadisce Frattini - è il metodo giusto per affrontare problemi e, come spero, superare le divergenze''.

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