bilinguismo

Svp: «Scuola, alunni divisi in gruppi per imparare meglio il tedesco» 

Achammer incontrerà i dirigenti: «I genitori al momento dell’iscrizione devono dimostrare di poter accompagnare i bambini». Falkesteiner: «Troppe polemiche, la discussione va riportata sul piano didattico». Intanto il Comune scrive alla Provincia: ci sono problemi di strutture


antonella mattioli


BOLZANO. «Da una parte c’è il diritto alla libertà di scelta di iscrizione dei bambini a scuola, che non può essere messo in discussione; dall’altra c’è l’obbligo di rispettare l’articolo 19 dello Statuto che garantisce il diritto all’insegnamento nella madrelingua: bisogna trovare il modo per assicurare la qualità dell’insegnamento del tedesco, in particolare in quelle scuole dove c’è una forte percentuale di bambini italiani e stranieri. L’assessore Achammer ci sta lavorando». Così il presidente della giunta Arno Kompatscher che ieri, a margine della conferenza stampa, è intervenuto sulla vicenda dei “troppi bambini italiani e stranieri” iscritti nelle scuole tedesche, sollevato nei giorni scorsi dall’assessora comunale Johanna Ramoser. Ma a quale soluzione sta lavorando la Svp, per evitare che la forte presenza di bambini italiani e stranieri nelle scuole primarie (elementari) abbassi il livello di insegnamento del tedesco?

La norma

L’assessore Philipp Achammer sta predisponendo nuove regole. Primo passaggio: l’incontro lunedì con i dirigenti scolastici. Quindi maggior attenzione al momento dell’iscrizione, dove i genitori dovranno dimostrare di essere in grado di accompagnare i figli. «Bisogna migliorare la consulenza - spiega l’assessore - perché i genitori, decisi ad iscrivere il figlio nelle scuole tedesche, devono essere in grado poi di seguirlo durante il percorso scolastico, fatto in una lingua che non è la sua. Non è detto che quello che vogliono i genitori, sia sempre la cosa migliore per i bambini». Altra questione - molto delicata - anticipata da Kompatscher: la composizione delle classi in base alle competenze linguistiche. «Dobbiamo individuare assieme ai dirigenti - spiega Achammer - delle linee innovative per creare dei gruppi che vadano al di là delle classi. Ciò consentirebbe, partendo dalle reali competenze linguistiche dei bambini, di offrire un sostegno ad hoc». Per quanto riguarda poi il caso del bambino di origini straniere, proveniente dalle elementari di lingua italiana, che si sarebbe visto rifiutare l’iscrizione alla prima media “Stifter” sulla base di un test linguistico, Kompatscher ha detto che “non è stata negata l’iscrizione, cosa che in base alla legge non sarebbe neppure possibile, ma sconsigliata”.

L’intendente

«Il problema è reale ma purtroppo adesso ci sono solo polemiche e strumentalizzazioni - il commento di Sigrun Falkensteiner, intendente della scuola tedesca - mentre la discussione andrebbe riportata dal livello politico a quello didattico e pedagogico. Di positivo c’è che oggi i genitori hanno capito l’importanza di conoscere la seconda lingua; dall’altra però non tutti sono consapevoli delle difficoltà che può incontrare un bambino italiano o straniero, che non parli una parola di tedesco, a vedersi catapultato in una scuola dove l’insegnamento avviene in una lingua a lui sconosciuta. C’è chi si inserisce e chi no. Nel secondo caso i piccoli si trovano in difficoltà e capita che si ribellino. Quello che mi dispiace è che non avrebbero queste difficoltà se frequentassero la scuola italiana, dove si sta facendo un lavoro egregio sul fronte linguistico». Soluzioni possibili, visto che molti genitori si lamentano perché l’attuale situazione porterebbe ad un abbassamento del livello dell’insegnamento della lingua tedesca? «Non ci sono dati - spiega Falkensteiner - che confermino questo e non riceviamo neppure lamentele da parte delle scuole superiori. Detto questo la mia proposta è confrontarci di più con la scuola italiana e promuovere più iniziative insieme».

La lettera del Comune

Ieri pomeriggio il sindaco Renzo Caramaschi ha incontrato l’assessora Ramoser. «Il problema - spiega il sindaco - esiste, ma tocca alla Provincia risolverlo. Non è competenza nostra». L’assessora è stata incaricata di scrivere una lettera da condividere con il resto della giunta. Il vicesindaco Luis Walcher ha ammesso che il travaso di iscritti dalle scuole italiane alle scuole tedesche - il 55% dei bambini bolzanini che in autunno frequenteranno la prima elementare sono stati iscritti ad un istituto di lingua tedesca - sta causando difficoltà a livello di strutture: «Abbiamo scuole sovraffolate e scuola che si svuotano».

 













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