Tagli ai disabili, la protesta delle famiglie

Telser (Federazione sociale): «Decine di segnalazioni per assegni decurtati». Critelli (assessorato): «Non siamo più severi»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Siamo molto preoccupati. Solo in questi giorni una decina di famiglie ci hanno chiamato allarmate perchè si sono viste decurtare l’assegno di cura. Vogliamo capire perchè tante situazioni stanno peggiorando». Martin Telser - presidente della Federazione sociale - spiega che il disagio di Stefano Minozzi, invalido ed in sedia a rotelle, che si è visto tagliare l’assegno di 450 euro, purtroppo non è un caso isolato.

Luca Critelli - direttore della Ripartizione politiche sociali della Provincia - rigetta ogni accusa: «Non ci risultano tagli generalizzati. Anzi direi che i livelli si mantengono stabili. E la valutazione che ha interessato Minozzi ci risulta corretta».

Continua a suscitare una forte indignazione - intanto - in tutta la provincia - con decine di messaggi arrivati sul sito dell’Alto Adige e sulla nostra pagina Facebook - la storia di Stefano Minozzi, 50 anni tra pochi giorni, affetto da atrofia muscolare spinale (Sma), obbligato a vivere su una carrozzella che muove con la bocca che si è visto tagliare l’assegno passato dalla quarta fascia, la più alta (1.800 euro al mese), alla terza (1.350). E’ successo perchè usufruisce di “ausili tecnologici” ed allora gli serve meno assistenza: non più le oltre 240 ore al mese, pari a circa 8 ore al giorno, ma 231,05. Solo nove ore di differenza al mese che lo fanno scivolare alla terza fascia di assegno di cura con una decurtazione di 450 euro al mese. Una situazione che Telser trova inaccettabile: «Conosco Minozzi da vent’anni, nel tempo l’ho visto peggiorare ma non si è mai perso d’animo e siccome è bravo ad arrangiarsi l’assessorato gli taglia il sostegno perchè si aiuta con la tecnologia. Mi chiedo come lavori questa commissione... non cerco la polemica, voglio solo capire e risolvere questa ed altre questioni che ci stanno arrivando proprio in questi giorni».

Critelli è sereno: «La commissione per la valutazione dei singoli casi è composta da persone preparate. E parlo di infermieri ed operatori sociali che lavorano al meglio, parlando con i familiari e gli assistiti e cercando sempre la soluzione migliore. Certo, cerchiamo di garantire il massimo di equità tra gli assistiti perchè non ci sia chi riceve troppo o troppo poco. Minozzi ha fatto ricorso ed il suo caso è stato trattato anche dalla commissione d’appello che ha confermato la decurtazione. Le valutazioni vanno rispettate ed i singoli casi, anche se pietosi, non possono essere trattati con discrezionalità. Esistono criteri di valutazione standard che vanno rispettati. Non possiamo metterci ad arrotondare a nostro piacere». Dottor Critelli, la sensazione è che in certi casi lavoriate col cronometro... «Le nostre commissioni non hanno nulla da imparare e non lavorano col cronometro». La Federazione denuncia taglia generalizzati, le risulta? «No, ci manteniamo su livelli stabili».

Dagli ultimi dati risulta che in Alto Adige la spesa per il sociale continua ad aumentare.

Nel 2014 la Provincia ha distribuito - a circa 80 mila persone, 322 milioni di euro - 30 milioni in più del 2013.

La parte del leone l'ha fatta l'assegno di cura per non autosufficienti pagato a circa 17.000 residenti (198 milioni). La cifra totale di 17.000 mette insieme sia gli ospiti delle case di riposo (86 milioni) che coloro che hanno percepito l'assegno a casa (111 milioni).

La Stocker spiega che il reale incremento della spesa a carico del fondo per la non autosufficienza registrato nel 2014 rispetto al 2013 è pari all'1,74%: «Le previsioni avevano ipotizzato un aumento di 21 milioni che non c'è stato». Doveroso sapere se per caso le commissioni di valutazione abbiano stretto la cinghia.

«Nulla di tutto questo, risponde la Stocker. Non ci sono state valutazioni più severe. E va anche detto che l'Alto Adige è unico in Italia e tra i pochi in Europa ad aver varato questo tipo di sostegno alle famiglie. La grande sfida del futuro sarà quella di continuare a finanziare questo servizio con soldi pubblici». Ricordiamo che l'assegno è stato introdotto sette anni fa e che il servizio registra in media 460 richieste di inquadramento al mese.













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