Tagli imposti alla Sasa meno corse anche in città
Il sindaco preoccupato: «Forse troppi viaggiatori usufruiscono di agevolazioni». Caccamo, membro del cda dell’azienda, sollecita consiglio comunale e comitati
MERANO. Ricadrà su Merano il taglio di un terzo dei 450 mila chilometri di corse dei bus al quale, su indicazione della Provincia, la Sasa sarà costretta a provvedere. Una decisione che preoccupa il sindaco Günther Januth e induce Carmelo Caccamo, consigliere dell’azienda, a sollecitare la reazione del consesso civico e dei comitati di quartiere, «che certamente - afferma - non hanno mai brillato per attenzione alle problematiche del trasporto pubblico».
Fatto sta che i conti dovranno tornare. Tradotti in moneta i 450 mila chilometri equivalgono a 1,2 milioni di euro. Il sindaco non ha nascosto che «sarà necessaria una razionalizzazione del servizio». Che, naturalmente, influirà sul numero e la frequenza delle corse. Ma Januth non si è limitato a prefigurare un “riordino”, parlando - anche se con cautela - del fatto che forse sono un po’ troppe le categorie di utenti che viaggiano gratis o quasi sui bus di linea. Un messaggio, neanche troppo indiretto, a Widmann che da quell’orecchio però pare non volerci sentire.
Contro l’amministrazione meranese, invece, qualcosa da dire ce l’ha Caccamo: «Ad avere a cuore le sorti del trasporto pubblico - sostiene il consigliere Sasa, alla quale il comune di Merano partecipa per il 33% - sono rimasti solo i suoi autisti. Contro di esso si è già schierata l’amministrazione comunale meranese, inerte verso sistemi migliorativi della mobilità e minacciando ulteriori peggioramenti». Caccamo cerca di suonare la sveglia: «Credo che sia, anche se tardivamente, necessario uno scossone a livello di consiglieri comunali. E sono chiamati in causa anche i comitati di quartiere, ovvero i cittadini della periferia che si ritroveranno da un giorno all’altro con un servizio peggiorato».
La Provincia ha sollecitato Sasa a farsi trovare pronta per il 1° dicembre. E l’azienda ha già approntato il piano, sul cui altare vengono sacrificate sostanzialmente corse della cosiddetta “fascia morbida”, le meno frequentate, serali e notturne. In queste fasce diminuirebbe la cadenza dei passaggi dei bus. Interessate sarebbero più o meno tutte le linee urbane. «Ma se non si riuscirà a cambiare l’atteggiamento negativo della Provincia nei confronti di Sasa - ammonisce Caccamo - un “fiore all’occhiello” rischierà di appassirsi».
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