Tagli imposti alla Sasa meno corse anche in città

Il sindaco preoccupato: «Forse troppi viaggiatori usufruiscono di agevolazioni». Caccamo, membro del cda dell’azienda, sollecita consiglio comunale e comitati


di Simone Facchini


MERANO. Ricadrà su Merano il taglio di un terzo dei 450 mila chilometri di corse dei bus al quale, su indicazione della Provincia, la Sasa sarà costretta a provvedere. Una decisione che preoccupa il sindaco Günther Januth e induce Carmelo Caccamo, consigliere dell’azienda, a sollecitare la reazione del consesso civico e dei comitati di quartiere, «che certamente - afferma - non hanno mai brillato per attenzione alle problematiche del trasporto pubblico».

Fatto sta che i conti dovranno tornare. Tradotti in moneta i 450 mila chilometri equivalgono a 1,2 milioni di euro. Il sindaco non ha nascosto che «sarà necessaria una razionalizzazione del servizio». Che, naturalmente, influirà sul numero e la frequenza delle corse. Ma Januth non si è limitato a prefigurare un “riordino”, parlando - anche se con cautela - del fatto che forse sono un po’ troppe le categorie di utenti che viaggiano gratis o quasi sui bus di linea. Un messaggio, neanche troppo indiretto, a Widmann che da quell’orecchio però pare non volerci sentire.

Contro l’amministrazione meranese, invece, qualcosa da dire ce l’ha Caccamo: «Ad avere a cuore le sorti del trasporto pubblico - sostiene il consigliere Sasa, alla quale il comune di Merano partecipa per il 33% - sono rimasti solo i suoi autisti. Contro di esso si è già schierata l’amministrazione comunale meranese, inerte verso sistemi migliorativi della mobilità e minacciando ulteriori peggioramenti». Caccamo cerca di suonare la sveglia: «Credo che sia, anche se tardivamente, necessario uno scossone a livello di consiglieri comunali. E sono chiamati in causa anche i comitati di quartiere, ovvero i cittadini della periferia che si ritroveranno da un giorno all’altro con un servizio peggiorato».

La Provincia ha sollecitato Sasa a farsi trovare pronta per il 1° dicembre. E l’azienda ha già approntato il piano, sul cui altare vengono sacrificate sostanzialmente corse della cosiddetta “fascia morbida”, le meno frequentate, serali e notturne. In queste fasce diminuirebbe la cadenza dei passaggi dei bus. Interessate sarebbero più o meno tutte le linee urbane. «Ma se non si riuscirà a cambiare l’atteggiamento negativo della Provincia nei confronti di Sasa - ammonisce Caccamo - un “fiore all’occhiello” rischierà di appassirsi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità