Tagli, la scure solo su Bolzano e Merano

Finanziamenti provinciali: su 116 Comuni 111 non ci perderanno. Il capoluogo crollerà del 21%, la città del Passirio del 28%


di Davide Pasquali


BOLZANO. I nuovi criteri di finanziamento locale ai municipi sudtirolesi: a regime ben 111 dei 116 Comuni altoatesini si avvantaggeranno o rimarranno in una situazione confrontabile all’attuale, mentre soltanto cinque Comuni vedranno decurtati i loro bilanci rispetto al sistema precedente. I tagli però saranno limitatissimi, ossia inferiori all’1%, per Laives, Moso e San Leonardo in Passiria. Il capoluogo subirà invece un taglio drastico, pari al 21,5%, mentre ancora più penalizzata sarà Merano, con un drammatico -28%. Sono le stime del consigliere Sel Guido Margheri, che al riguardo ha presentato una interpellanza urgente al consiglio comunale.

Nel corso della prossima settimana si svolgerà un incontro fra le amministrazioni comunali di Bolzano e Merano sulla drammatica situazione del bilancio delle due città. Sindaco, giunta e consiglio hanno formalmente denunciato nel mese di febbraio l'insostenibilità della situazione finanziaria di Bolzano, conseguente all’applicazione dell'accordo sui criteri di ripartizione dei trasferimenti ai Comuni (circa il 13% del bilancio provinciale) e raggiunto in sede di Consorzio dei Comuni nel dicembre del 2012.

Ora Margheri afferma: «Sono venuto in possesso di dati secondo i quali su 116 comuni i nuovi criteri, a regime, avvantaggerebbero o lascerebbero immutate le situazioni di ben 111 amministrazioni mentre solo 5 Comuni vedrebbero decurtati i loro bilanci rispetto al sistema precedente». Sempre secondo tali dati, però, «i tagli relativi a Laives (-0,64%), Moso (-0,7%) e San Leonardo in Passiria (-0,8%) sarebbero sotto l'1%, mentre il capoluogo subirebbe un taglio del 21,5% e Merano addirittura del 28%».

In termini assoluti Bolzano, che nel 2011 ha incassato 64 milioni di euro, «si vedrebbe ridotta la cosiddetta quota pro-capite a soli 49 milioni nel 2016 e, in conseguenza, trattandosi di spesa corrente, si vedrebbe costretta a ridimensionare drasticamente i servizi e le prestazioni dell’amministrazione comunale». La drastica riduzione dei servizi pubblici nel capoluogo e a Merano «avrebbe una drammatica ricaduta a cascata su tutto il sistema dei servizi pubblici dell'intero territorio provinciale».

L'algoritmo relativo a questa ripartizione, inoltre, «orienterebbe anche la ripartizione dei finanziamenti pure negli altri settori del bilancio provinciale e penalizzerebbe ulteriormente Bolzano e Merano».

Margheri ha dunque interpellato sindaco e giunta per sapere «se i dati sopracitati siano confermati e nel caso che non lo siano quali siano i dati reali; se i rappresentanti del Comune in sede di Consorzio fossero a conoscenza della situazione reale; se i dati del bilancio triennale del Comune approvato nell'ambito del bilancio preventivo 2013 siano tecnicamente corretti alla luce della situazione reale; se, considerati anche errori evidenti nel calcolo dei criteri dovuti a differenti ripartizioni tra spesa corrente e spesa in conto capitale dei bilanci comunali e al mancato calcolo degli oneri dei servizi svolti dal capoluogo mediante le società partecipate, non si intenda richiedere la sospensione dell'attuazione del sistema introdotto nel dicembre 2012 almeno dal 2014 e l'applicazione del sistema precedente fino all’elaborazione di un nuovo accordo, garantito però da un organismo terzo e indipendente da costituire ad hoc, considerato il ruolo negativo svolto in questa fase dal presidente della giunta provinciale e dal Consorzio dei Comuni e, in particolare, dal suo disinvolto presidente; se, in mancanza di risposte positive, non si intenda ricorrere formalmente in tutte le sedi istituzionali e legali denunciando apertamente la chiara violazione delle leggi in vigore attuata dalla Provincia e dal Consorzio a tutela dei principi costituzionali e statutari di eguaglianza tra i cittadini».













Altre notizie

Attualità