Talvera, morte 200 trote Avvelenate a Sant’Antonio

Moria di pesci ieri mattina vicino alla stazione della funivia di San Genesio Le associazioni dei pescatori: «Qualcuno ha rilasciato un agente chimico»


di Alan Conti


BOLZANO. Duecento trote avvelenate sono morte ieri nel Talvera. Soffocate da un agente chimico rilasciato nel torrente. Un bilancio pesantissimo per la fauna ittica provinciale. Le associazioni dei pescatori, adesso, chiedono siano individuati i responsabili.

Sono le dieci di mattina quando Antonio Guerrato, guardiapesca dell'Associazione Pescatori Bolzano, sta completando il suo abituale sopralluogo del Talvera nella zona tra ponte Sant'Antonio e la frazione di Ponticino del Comune di Sarentino. Ad un certo punto, all'altezza della stazione a valle della funivia di San Genesio, scorge centinaia di trote agonizzanti. «Quello è un “tratto mosca”, spesso utilizzato dai bracconieri. Per questo lo teniamo sotto stretta osservazione. Quando sono arrivato alla griglia che porta al salto della cascata di San Genesio ho visto i pesci morti. Moltissimi si trovavano sulla scala di rimonta utilizzata proprio dalle trote per la risalita della corrente. C'erano trote morte dappertutto: l'intossicazione era avvenuta da pochissimi minuti perché alcune di loro stavano ancora boccheggiando». Guerrato chiama immediatamente la polizia municipale e il corpo forestale. Nel frattempo tenta di salvare qualche pesce. «Ho “rianimato” alcune trote inserendole nuovamente nell'acqua, ma per la maggior parte di loro è stato tutto inutile».

Nello specifico si tratta di trote fario, una specie che ama vivere vicino ai salti d'acqua con la testa rivolta verso la corrente. Sulle cause della morte sembrano esserci pochi dubbi. «La livrea è ossidata e moltissime hanno la bocca ancora aperta» spiega Alex Losa, presidente di Fishheads. «Sono indizi chiari di avvelenamento da agente chimico». Stessa diagnosi per Guerrato. «È stato rilasciato nell’acqua. Potrebbe essere stato qualcuno che ha gettato dei rifiuti oppure di un’azienda. Ho provato a fare un controllo ma non ho trovato bidoni abusivi nè scarichi sospetti. Adesso, però, pretendiamo chiarezza perché in questo modo, oltre alla strage, si vanifica anche il lavoro di decine di volontari occupati a rinaturalizzare il torrente».

La forestale e l’ufficio provinciale caccia e pesca hanno prelevato dei campioni d’acqua e delle trote per analizzarli e determinare la causa della moria. «Centinaia di trote fario è impossibile trovarle in poco spazio dentro un torrente» continua Losa. «Credo siano state contaminate centinaia di metri del Talvera». A questo si aggiunge l’amarezza di un controllo sempre più difficile. «Non bastano i bracconieri che molto spesso prelevano decine di trote dai nostri torrenti senza alcuno scrupolo e fregandosene delle blandi leggi che abbiamo. Ora c’è anche il veleno. È il momento di usare il pugno di ferro ed inasprire le sanzioni con più vigilanza per non rovinare per sempre certi paradisi d’acqua».

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