«Tamino mi porta fortuna anche dentro un acquario»

Parla il protagonista del «Flauto Magico» che domani debutta al Comunale


di Daniela Mimmi


di Daniela Mimmi

C‘è un principe che arriva da una notte calda e una principessa che dev’essere salvata da un oscuro rapimento.

Ma non c’è nessuna foresta, solo acque profonde a dividere due mondi.

Lei figlia di una regina splendente, è stata portata via dentro a un mistero di corallo e alghe fluorescenti.

Lui, principe evanescente, assediato da tre attempate pin up, è stato catapultato su una spiaggia da scenario post atomico.

Con tanto di lettini e ombrelloni.

Ha in mano la foto della sua amata strappata da un rotocalco, con l‘aiuto di un improbabile venditore di uccelli meccanici è pronto a rimediare al rapimento.

Questo è il Flauto Magico immaginato da Michela Lucenti, regista, coreografa, danzatrice, attrice, e prodotto dalla Fondazione Nuovo Teatro di Bolzano, che andrà in scena domani e domenica 12 gennaio al teatro comunale.

Questo sarà un inedito Flauto Magico acquatico in cui si scende in un universo liquido e silenzioso, tra rovine del passato, meduse giganti e pesci colorati che fluttuano dentro l’acqua.

Una sorta di nuova Atlantide che alla fine riemerge dal profondo degli abissi anche grazie ai video i cui colori invadono la scena.

Alla guida dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento ci sarà Ekhart Wycik, sul podio la scorsa stagione nell’allestimento di Hänsel und Gretel di Engelbert Humperdinck. Sul palcoscenico ci sono il Coro Lirico Regionale diretto da Luigi Azzolini e i danzatori della compagnia Balletto Civile.

A interpretare Tamino c’è Enrico Casari, giovane (ha 33 anni) tenore veronese vive da sei anni in Belgio, dopo aver vissuto a Straburgo.

Quest’anno, oltre al Flauto Magico targato Bolzano, interpreterà Lucia di Lammermoor all’Opéra de Lille, il Requiem di Verdi ad Anversa, La Scala di Seta di Rossini al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e Pagliacci di Leoncavallo all’Opéra de Monte-Carlo.

Gli chiediamo come sarà il suo Tamino. “Con la regista abbiamo costruito un personaggio reale e contemporaneo. E’ un giovane principe, ma è anche un teenager all’inizio un po’ sbruffoncello. Poi attraverso la sua grande avventura, matura e prende coscienza dei suoi sentimenti”.

Cosa le piace di questa produzione? Cosa ne pensa del Flauto Magico acquatico?

“Mi piace che rispetti l’autore e che sia inserita in questa atmosfera così onirica, fantastica e subacquea. Mi piacciono gli azzardi, ma trovo che non si debba mai tradire l’autore”.

E del fatto che sia diventata un’opera ... acquatica, cosa ne pensa?

Trovo che sia un’idea fantastica. La scenografia e i bellissimi video hanno un grosso impatto sullo spettatore. Mi piace che non sia ambientato nell’antico Egitto, come è sempre stato fatto. Una delle prove che deve affrontare Tamino, è nell’acqua, e da qui è nata l’idea di ambientarlo sul mare e nel mare”.

E di Tamino cosa le piace?

“Mi ha sempre portato fortuna e questo è il mio primo ruolo principale in Italia. In tutte le audizioni io ho cantato sempre un’aria di Tamino. Mi piace perchè è un personaggio molto sfaccettato: è buffo, giocoso, comico, ma è anche romantico e drammatico. E’ una parte molto difficile perché appunto . bisogna dare alla voce molte sfumature e molti colori. E’ anche un personaggio che ha sua evoluzione personale: all’inizio sembra debole e ha paura di affrontare il serpente, poi via via matura e diventa più coraggioso e sicuro di sè. Per me è una bella sfida, anche per la lingua. Io sono italiano e devo cantare in tedesco”.

Come è diventato cantante lirico?

Quasi per caso e abbastanza tardi, durante l’università. Prima suonavo la batteria in una band rock. Frequentavo la facoltà di musicologia a Verona e il mio professore, Michele Girardi, mi ha fatto innamorare dell’opera. Così ho cominciato a studiare canto sia al Conservatorio che con insegnanti privati. Avevo i mezzi, il resto è tanto studio”.

Cosa le piace di questo lavoro?

Mi è sempre piaciuto il teatro e mi è sempre piaciuta la musica. Con l’opera ho tutti e due. Inoltre è una grande emozione cantare su un palco, con una grande orchestra.

Lei a casa che musica ascolta?

Spazio ovunque, perchè ho circa duemila cd e dischi in vinile. Ascolto il rock, i Led Zeppelin e tutti quelli degli anni Settanta. Mi piacciono i Pearl Jam e in genere tutto il grunge. E poi il jazz: Keith Jarret, Mile Davis, Coltraine”.

Qual è il suo sogno nel cassetto?

Cantare con Claudio Abbado sul podio, all’Arena di Verona. E interpretare Rodolfo della Bohéme. Ma per quello dovrò aspettare che la mia voce sia più matura.

Nell’attesa - che certo non sarà lunga visto il talento del giovane cantante lirico, i nelomani dell’Alto Adige e di tutta la regione pregustano lo spettacolo di domani sera che metterà a frutto lunghe ed entusiamanti giornate di prove e di messe a punto.













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