«Tanta gente ora vuole il mio vino È solidarietà vera»

Dopo la distruzione del raccolto, Uccelli pronto a ripartire «Sospetti su chi sia stato? Ne ho, ma ti rovinano solo la vita»


di Antonella Mattioli


SALORNO. «Sinceramente non me l' aspettavo: prima la raccolta di fondi promossa da Enrico Togni, un vignaiolo della Val Camonica e rilanciata da Slow Wine, adesso una serie di ordini arrivati da enoteche, ristoranti, semplici privati di tutt’Italia. Questa non è carità, ma sostegno vero. Mi ha telefonato anche il presidente della Coldiretti di Salorno, associazione alla quale non sono neppure iscritto, per esprimermi solidarietà. Non mi è mai arrivata l'unica telefonata che davo invece per scontata: quella del Bauernbund di cui sono socio».

Patrick Uccelli, 41 anni, bolzanino d’origine, è appena tornato da una serata a Verona dove è andato a presentare i suoi vini: Pinot bianco, Pinot nero e Gewürztraminer. Il contadino di Pochi di Salorno, titolare della Tenuta Dornach, è un filosofo mancato e probabilmente proprio la formazione culturale lo aiuta a guardare con un certo distacco a chi, un paio di settimane fa, gli ha buttato del gasolio nell’ultimo carico di uva della stagione, destinato alla Cantina di Alois Lageder di Magrè. Un gesto criminale che ha distrutto la metà del lavoro di un anno: nei cassoni arrivati in cantina c’erano 6 mila e 740 chili di uva di Uccelli - dai quali si potevano ricavare circa 8.500 bottiglie - che sono finiti nella pressa per la lavorazione assieme ad altri 1.796 chili di uva di altri privati. Tutto da buttare. Danno quantificato intorno ai 33 mila euro.

Lei ha dei sospetti?

«Forse c’è un filo rosso. Ma quello che penso io ha poca importanza, ciò che conta sono i fatti. Il resto sono soltanto sospetti che cerco di evitare, perché alla fine non ti fidi più di nessuno e ti rovini la vita. Tocca agli inquirenti capire cos’è successo».

Chi ha agito l’ha fatto in pieno giorno: possibile che nessuno si sia accorto di nulla?

«Purtroppo è così. C’ero io, c’erano i miei collaboratori impegnati a vendemmiare e a riempire i cassoni da portare in cantina; c’erano le persone che abitano nei tredici appartamenti della Tenuta. Chi ha agito si è esposto al rischio di farsi sorprendere con le taniche di gasolio in mano, ma nessuno ha notato movimenti strani».

Chi ha colpito è lo stesso che ha tagliato gli alberi di mele a Magré e Termeno?

«Lo escludo».

Per il raccolto del prossimo anno ha già deciso di prendere delle precauzioni?

«Sinceramente no. Mi auguro piuttosto che chi ha commesso il gesto trovi il modo di arricchirsi nell’animo, perché credo che dentro di sè abbia una grande aridità».

Lei ora dovrà rifondere il danno alla Cantina Lageder, ma non ha un’assicurazione che la copre?

«Lageder è un amico, ma io seppur involontariamente gli ho causato un danno: è giusto che glielo rifonda. Purtroppo, l’assicurazione non mi copre il danno causato ad un terzo. Colpa mia che non ho letto la clausola della polizza».

Come mai ha deciso di fare il contadino?

«Prima ho fatto tante altre cose. Ho iniziato studiando da cuoco, ma ho capito che non faceva per me. Quindi ho frequentato l’Istituto agrario di Ora. Dopo il diploma mi sono iscritto a Medicina ad Innsbruck, per poi passare a Filosofia. Non è finita: per amore mi sono trasferito a Linz, ma non c’era Filosofia e allora per mantenermi ho cominciato a lavorare in un’enoteca, dove ho scoperto l’amore per il vino. A quel punto ho deciso che quella era la mia strada e ho fatto prima la Wine academy in Austria e poi la scuola di viticoltura e enologia di San Michele. Dal 2008 ho preso in mano la Tenuta Dornach che è appartenuta ai miei avi».

Quanti ettari coltiva?

«La Tenuta Dornach di Pochi di Salorno si estende su un’area di 18 ettari: 6 coltivati a vite, di cui io ne coltivo 3,3, il resto è bosco».

Quanto vino produce?

«Una parte dell’uva la vendo alla Cantina Lageder, il resto la lavoro io: produco circa 5 mila bottiglie di Pinot bianco e nero, destinate soprattutto ad enoteche, ristorante e privati: il prezzo varia da 17 a 22 euro a bottiglia. Il Gewürztraminer invece è riservato agli appassionati: esiste solo in versione Magnum e costa 92 euro».

Cos’è la viticoltura biodinamica?

«È un modo di sviluppare un’azienda e conseguentemente se stessi».

In concreto?

«Non usiamo fitofarmaci sistemici e neppure fertilizzanti chimici. Ma questo avviene anche nell’agricoltura biologica».

Ma il vino è più buono?

«Oggettivamente non è più buono».

E allora qual è la differenza?

«Noi ci prefiggiamo di soddisfare non solo il fisico ma anche la mente».

Cosa le piace del suo lavoro?

«La creatività».

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