Tappeiner: «Bond provinciali entro un anno»

Progetto fattibile ma PensPlan per ora punta sul fondo casa


Orfeo Donatini


BOLZANO. Il presidente della giunta provinciale Durnwalder è tornato ad annunciare l'emissione di bond garantiti dalla Provincia per dare liquidità alle banche. Operazione finanziaria complessa che vedrebbe coinvolto anche PensPlan guidato dal presidente Gottfried Tappeiner. Presidente Tappeiner cerchiamo di rendere comprensibile una tematica così complessa. Cosa sono i bond provinciali?

«I bond provinciali sono la medesima cosa di un'obbligazione emessa dallo Stato con la differenza che l'emittente, in questo caso, è la Provincia autonoma di Bolzamo. Può essere commercializzato tramite strutture diverse: con un collocamento diretto, ma si potrebbe anche pensare ad una sua collocazione in Borsa. Con questo strumento si raccolgono risorse finanziarie e da questo punto in poi tutto dipende da che cosa si vuol fare con questi soldi».

Una differenza con quelli statali però c'è, e fondamentale. «Vero. Un punto è infatti fondamentale e il presidente Durnwalder lo ha sempre detto: questi fondi, contrariamente ai fondi italiani, non saranno destinati a finanziare la spesa corrente, quanto invece un investimento o nel risparmio edilizio o nell'economia locale. Lo strumento per questo poterebbe essere un fondo di rotazione».

Ma non era meglio, e più conveniente, emetterli nel momento in cui il rating provinciale era ai suoi massimi? «Il rating della Provincia è ancora oggi molto elevato e soprattutto anche il segnale che parte verso le Agenzie di rating è molto chiaro: recuperiamo il denaro sul mercato, ma per costruire. Non abbiamo alcun bisogno di soldi per la copertura della spesa corrente e, mi creda, in tempi come questi è un messaggio che vale oro». In alcune categorie economiche si dice anche: "Bene il progetto, ma non solo per dare liquidità alle banche, quanto per sostenere le imprese".

C'è davvero questa distinzione? «Alla fine non si può nemmeno distinguere fra banche e imprese. Se vado in banca per il mio appartamento da 200 mila euro con un risparmio di partenza di 60 mila e poi chiedo un mutuo di 140 mila e se la banca si può appoggiare su un fondo Bausparen, non grava sulla propria liquidità e quindi libera delle risorse per finanziare progetti delle imprese. Sono una sorta di tubi comunicanti che alla fine vanno nell'interesse di tutto il sistema economico».

Sarebbe anche una delle poche scelte strategiche che vedrebbero in sinergia Bolzano e Trento. «Anche per questo è un progetto veramente importante per la Regione. Ci sono ancora molti attori da coinvolgere e sul piano tecnico ancora molte verifiche da fare. Certo si richiederebbe un'immediatezza più elevata, ma per garantire la qualità dei progetti bisogna anche prepararli bene». Possibile fare una previsione temporale? «Oggi come oggi è molto difficile fare previsioni temporali, al massimo potrei dire entro il prossimo anno. E' un progetto del resto che avrà una valenza anche in futuro, anche una volta superata l'attuale crisi perché darà stabilità e futuro a tutta la società».

A che punto siamo? «Il progetto parte appena adesso. Ora sappiamo che c'è la volontà politica di mettere in campo uno strumento di questo tipo. L'operazione è percorribile, ma anche assai complessa e per questo non si potrà partire domani con i bond, ma si dovranno rispettare dei tempi tecnici. E dipendono anche da qualche scelta strutturale che ancora è da fare». Poi la Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, non ha ancora dato il semaforo verde. «Certo, ma la Covip sarebbe determinante nel momento in cui si dovessero in vestire i fondi della previdenza complementare. Quindi, teoricamente, una partenza sarebbe possibile anche prima di un benestare da parte della Covip».

Perché verrebbe coinvolto PensPlan? «Devo dire che a noi interessa di più il progetto del Bausparen, perché il risparmio casa è parte in qualche misura complementare della previdenza. Nel senso che è un patrimonio che poi ho a disposizione per il resto della vita. E d'altra parte si integra molto bene in una filosofia di comunicazione. Se oggi devo convincere dei giovani a risparmiare "per eventi importanti della loro vita" questo sicuramente non pensano in primo luogo alla pensione, ma molto più probabilmente alla creazione della famiglia, alla casa e forse anche ai bambini. E per questo un'integrazione risparmio casa e previdenziale sarebbe più che logico. E su questo lato è ovviamente coinvolto PensPlan».

Quante persone coinvolge finora il vostro progetto? «150 mila in regione e quest'anno registriamo un aumento di circa 4 mila aderenti e soprattutto penso che Laborfonds sia l'unico fondo chiuso che ha un aumento del numero dei suoi iscritti». Una questione di fiducia. «Forse qualcosa di più: è il carattere della nostra popolazione che ha una predisposizione enorme verso il risparmio. Poi noi facciamo la nostra parte».

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