Tappeiner: ho fatto ciò che mi è stato detto

Il manager: «La consulenza sui vitalizi? Tornassi indietro, non lo rifarei» Cerea (Pensplan): «Un parere “di parte” commissionato dai politici»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Il giorno dopo le dimissioni dalla presidenza di Pensplan il professor Gottfried Tappeiner spiega, passo per passo, chi l’ha voluto a capo della società (che si occupa di previdenza complementare), chi gli ha affidato la consulenza per i vitalizi d’oro e soprattutto assicura che, se tornasse indietro, non lo rifarebbe più. «Sono questioni politiche, non tecniche. Ed essere l’autore di questa consulenza, oggi, non giova certo alla mia immagine. Anche se sono convinto di aver rispettato pienamente le indicazioni che mi erano state date».

Da chi? Dai politici ovviamente, che hanno chiesto e ottenuto una consulenza di parte, per salvare gran parte dei loro privilegi. L’obiettivo di Tappeiner, con le dimissioni, è duplice: non intaccare l’immagine di Pensplan all’esterno e restare per un certo periodo defilato, tornando a fare il docente di economia all’università di Innsbruck.

Consulenza di parte. A sottolineare come lo studio che ha portato all’erogazione dei vitalizi d’oro possa essere considerato a tutti gli effetti «una consulenza di parte» è stato ieri Gianfranco Cerea, membro del cda di Pensplan: «Di sicuro Pensplan, in questa vicenda, non è stata minimamente coinvolta. Il Consiglio regionale ha affidato la consulenza all’Università di Innsbruck, che poi ha fatto riferimento al professor Tappeiner. La consulenza è di parte semplicemente perché i consiglieri regionali si definiscono autonomamente la paga e poi la incassano. Le proteste? Sono la conseguenza di un’immagine che la politica dà di sè». Cerea ritiene, poi, che per i compiti che deve svolgere un consigliere regionale basti «qualche migliaio di euro». Di cifre, il professore, non ne fa, ma lascia intendere che i nostri politici sono pagati troppo.

Chi ha scelto Tappeiner. L’economista e manager meranese è entrato per la prima volta nella stanza dei bottoni, con Pensplan, nel 2003. «A scegliermi e chiamarmi - spiega lo stesso Tappeiner - fu l’allora assessore regionale alla previdenza Richard Theiner».

Che, non caso, nei giorni scorsi ha deciso di rimettere nelle mani del partito la carica di Obmann della Volkspartei. La chiamata per elaborare lo studio sui vitalizi è arrivata invece da Rosa Thaler. «Le spiegai che Pensplan non era attrezzata e non aveva le competenze per farlo e che avrei potuto elaborarlo io. Quella consulenza, tra l’altro, l’ho fatta gratuitamente».

I parametri. «Dal punto di vista tecnico - continua il manager meranese - sono tuttora convinto di aver usato parametri corretti. Mi sono rifatto a studi esistenti e a pubblicazioni scientifiche».

Scusi, ma da dove è partito? «La nostra Regione ha, come rating, una tripla A ed io ho scelto come termine di paragone nazioni in condizioni analoghe, tra cui la Germania o i Paesi scandinavi. Poi ho preso in considerazione la rendita delle obbligazioni di queste 4-5 nazioni e ho defalcato le tasse. Parametri elementari, dunque, che hanno portato alle cifre oggi criticate da tutti».

Le dimissioni da Pensaplan. Su una cosa Tappeiner non è disposto a fare dietrofront: le dimissioni dai vertici di Pensplan non gli sono state chieste da nessuno. Almeno esplicitamente. «La mia è stata una decisione autonoma, maturata anche per il clima che si è creato attorno alla questione dei vitalizi d’oro. Per capirci, Kompatscher e Rossi non mi hanno chiesto nulla. Sono io che voglio tenere fuori da tutta questa vicenda Pensplan, anche perché non sarei più in grado di rappresentare al meglio la società all’esterno».

Il manager meranese assicura di non essersi fatto condizionare nemmeno dalle durissime proteste in piazza. «So di aver fatto solo quello che mi è stato chiesto. Seguendo parametri chiari. Certo, con il senno di poi devo dire che questa consulenza non ha certo giovato alla mia professione, visto tutto quello che ne è seguito». Tappeiner fa intendere che, trattandosi di una questione politica, forse oggi non se ne occuperebbe più, almeno direttamente.

Ora, pur avendo dato le dimissioni, Tappeiner resterà comunque operativo almeno fino alla fine di marzo, quando sarà rinnovato il consiglio di amministrazione.

Forum in festa. Ieri, nel frattempo, è arrivata una nota ufficiale di «Forum», l’associazione che ha portato in piazza 600 persone e che aveva minacciato un nuovo corteo qualora Tappeiner non si fosse dimesso. «Rispettiamo questa decisione, che giudichiamo molto positivamente. Il nostro obiettivo è quello di risolvere questo scandalo pacificamente, assieme alla gente, ma senza insulti e caccia alle streghe. I partiti che hanno affrontato con una certa superficialità la questione dei vitalizi d’oro pagheranno il conto alle prossime elezioni».

Per ora, a “saltare”, sono stati Tappeiner e Theiner. Ma non saranno i soli a pagare.

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