Tappeiner interrogato per 4 ore e mezzo

L’inchiesta prosegue: il presidente di Pensplan ascoltato dalle Fiamme gialle Il manager spiega: «Ciò che ho detto può avere un impatto su altre persone»


di Ubaldo Cordellini


BOLZANO. Si è presentato negli uffici della Guardia di finanza a Trento alle 11 meno dieci, ieri mattina. Gottfried Tappeiner, vestito con un completo blu e cravatta rossa, è stato interrogato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trento sui maxivitalizi d’oro. Sicuramente il presidente dimissionario di Pensplan non pensava sarebbe durata molto. E invece è uscito dagli uffici della Finanza ben 4 ore e mezzo dopo, alle 15,30. E’ stato sentito come persona informata sui fatti, quindi senza avvocato. A condurre l’interrogatorio il comandante provinciale delle fiamme gialle, il colonnello Fabrizio Nieddu, insieme al comandante del nucleo di polizia tributaria Leonardo Matera. La Finanza mantiene il più stretto riserbo sull’inchiesta che procede a tappe serrate.

Durante l’interrogatorio fiume Tappeiner ha ricostruito la genesi della sua ormai famosa consulenza. Ha parlato dell’incarico che gli è stato conferito e ha spiegato quali sono stati i passaggi tecnici che lo hanno portato ad attribuire ai consiglieri regionali un’aspettativa di vita del 13,6 per cento più alta rispetto a quella dei comuni mortali. Altro punto sul quale le domande dei finanzieri sono state molto puntuali e insistenti è stato il tasso di sconto. Si tratta del tasso usato per calcolare l’anticipo già pagato ai consiglieri e le quote del fondo family che dovevano finire a ciascun politico. In pratica si tratta di un calcolo a ritroso che partiva dall’ammontare totale del vitalizio. In questi casi, il tasso di sconto medio è del 2,5 per cento. Invece per i politici l’ammontare è stato decurtato dello 0,81 per cento. Un trattamento di favore. Anzi di super favore. Tappeiner ha spiegato come è arrivato a questi calcoli, ma non si è fermato qui. Le sue dichiarazioni hanno contestualizzato la vicenda. L’ex presidente di Pensplan non si è solo difeso, ma ha anche raccontato come sono andate le cose. Ha fatto i nomi dei politici con i quali si è confrontato. Ha parlato dei rapporti con i consiglieri, con l’ufficio di presidenza, con l’allora presidente del Consiglio regionale Rosa Thaler. Probabilmente ha anche parlato dei rapporti con altri politici di rilievo. Lui stesso, al termine dell’interrogatorio fiume lo conferma quando spiega: «Non posso entrare nello specifico, perché quello che ho detto potrebbe avere un impatto anche su altre persone». Insomma la sua audizione potrebbe essere molto utile per il prosieguo delle indagini. Dalle sue parole, la Guardia di finanza trarrà sicuramente molti spunti per il proprio lavoro. Non è escluso che ci siano nuove visite all’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. E soprattutto nei prossimi giorni c’è da attendersi che saranno sentiti i membri dello stesso ufficio di presidenza nonché gli altri tecnici coinvolti nello scandalo dei vitalizi dorati e degli anticipi. Da ricordare che la delibera principale sui criteri venne approvata all’unanimità dall’ufficio di presidenza, con l’astensione di Donato Seppi. Le fiamme gialle vogliono ricostruire come quella che era stata presentata come una grande occasione per azzerare un ingiusto privilegio si sia trasformata in un privilegio ancora maggiore. I politici sono riusciti a farsi dare anticipi supergenerosi su un vitalizio per il quale avevano versato una percentuale minima di contributi. Al resto ci aveva pensato la Regione. L’indagine della Procura e della Finanza di Trento, l’ipotesi di reato è quella di abuso d’ufficio, vuole scoprire proprio se qualcuno se ne è approfittato piegando le norme all’interesse di poche persone.

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