«Tariffa rifiuti, solo lievi rincari Pronti a rivedere possibili errori»

Spazzini (Ufficio Ambiente): agevolazioni per anziani e pannoloni. A fine anno faremo delle correzioni All’inizio le tariffe saranno “medie”. Una volta raccolti i dati, ci avvicineremo alla produzione effettiva


di Davide Pasquali


BOLZANO. Introduzione del bidoncino condominiale per la raccolta del residuo, in partenza a luglio. La giunta comunale ora ha definitivamente approvato le tabelle con le tariffe 2013 per lo smaltimento dei rifiuti. Tabelle assai complesse, motivo per cui occorreva un tecnico per illustrare la filosofia e le linee guida. Ne parla il direttore dell’ufficio Tutela dell’ambiente e del territorio, Renato Spazzini.

In città si vorrebbe capire quanto si andrà a pagare...

«Le tabelle appena approvate non sono di grande aiuto: l’algoritmo di calcolo è ben chiaro ai tecnici, ma tutt’altro che facilmente spiegabile. Il meccanismo è complesso, l’importante però è che per gli utenti non cambia tantissimo rispetto a prima. Soprattutto, ora sarà una questione di tentativi progressivi: col tempo ci si avvicinerà alla foto più precisa possibile di quanto si produce e in base a quello si pagherà».

Cosa accadrà alle aziende?

«Siamo all’inizio e ora disponiamo di pochi dati; quindi per qualcuno la distanza fra realtà e stima sarà anche consistente. Inizialmente, delle varie utenze produttive avremo una fotografia che parte dalla produzione media. La tal categoria, in media, produce tot rifiuti. Vuol dire che il bar con quattro pensionati che giocano a carte o quello che ha molto giro partono dalla stessa base (anche se poi c’è comunque una quota variabile da aggiungere). Un domani, partita la raccolta, quando avremo le misure, la foto sarà molto più nitida: avremo una base più chiara per definire le differenze. Probabilmente così si riuscirà a costruire delle sotto-categorie: alta, media, bassa ecc. Col tempo, già dal secondo anno, ci avvicineremo alle differenze reali. Tenteremo di rendere le tariffe il più sartoriali possibile».

E per le famiglie?

«Non c’è molta varianza. Non è come se prendessimo due tipografie, una in cassa integrazione, l’altra con una marea di commesse. Ovvio che non produrrebbero la stessa quantità di rifiuti. Nel caso dei privati, produce di più la famiglia con più componenti. Ora, cambierà poco per chi produce poco. Una certa differenza ci sarà per le famiglie numerose. Come un pelo più alta sarà la tariffa per le aziende che producono più rifiuti delle altre: ristoranti, bar, supermercati, ortofrutta».

Stop alle tariffe politiche?

«Finora erano mediate, calmierate; ora ci si dovrà abituare al fatto che certe categorie, producendo di più, dovranno pagare qualcosa in più».

Gli anziani, almeno alcuni, verranno agevolati?

«Abbiamo introdotto una agevolazione, molto ragionevole, riguardo ai pannoloni. Per evitare attriti nei condomìni - non è che si può accusare qualcuno di produrre più rifiuti se ha un problema di questo genere - abbiamo introdotto un bonus, una volumetria aggiuntiva gratuita: in pratica, la famiglia con un anziano che utilizza il pannolone è come se avesse un componente in più, ovviamente senza pagare il relativo surplus di volume prodotto. Non è detto che questa nostra scelta sia perfetta; forse la si dovrà ricalibrare in base all’esperienza».

Si ripeterà per i pannolini?

«Può darsi, se si dovesse evidenziare anche quel problema che, però, secondo noi non dovrebbe presentarsi. La nostra disponibilità ad aggiustare il sistema è massima. Lo stesso vale per le utenze produttive o per gli sconti agli anziani».

Per gli anziani, basta con gli sconti a tutti?

«Le agevolazioni prima erano sfruttate da tutte le famiglie composte esclusivamente da over 65. Ora, la dinamica è stata modificata: godrà dello sconto chi dimostra una condizione di disagio economico, considerando sia reddito che patrimonio. Lo strumento scelto per la valutazione è l’Isee, facilmente compilabile col supporto di un Caf. Tre le fasce: sotto i 10 mila euro, fra i 10 e i 15 mila, sopra i 20 mila. I relativi sconti sono del 50, 35 e 20%. Gli altri pagano intero. Anche in questo caso, può darsi che gli scaglioni siano da rivedere. Siamo già d’accordo coi sindacati dei pensionati, per monitorare gli effetti nel tempo. Come siamo disposti a ricalibrare il tutto assieme ad artigiani, esercenti, categorie economiche eccetera».

Come mai tanti (forse troppi) bidoni piccoli, anziché pochi di dimensioni maggiori?

«I contenitori piccoli e medi ci forniscono un multiplo più preciso delle quantità necessarie. La nostra ipotesi nei condomìni è stata un bidone per scala. Diciamo che così c’è un controllo sociale maggiore, perché si è in meno persone. Per le case più piccole, invece, quelle senza amministratore, non avevamo strumenti giuridici per individuare il responsabile o imporre nulla: abbiamo dovuto assegnare un bidone a famiglia».

C’è modo di risparmiare?

«Se siamo in un condominio grande, con quattro bidoni, potrà succedere questo: se abbiamo capito come va, riempiremo un bidone alla volta. Così, magari, ci accorgeremo che ne riempiamo solo tre. Così uno lo metteremo via. Non portando fuori il quarto contenitore, pagheremo meno svuotamenti. E così potremo risparmiare».

Facile, perché - oggi - manca all’appello il 40% dell’umido.

«E il 20% di vetro, plastica e carta. Se facciamo i bravi, dei quattro bidoni magari ne metteremo fuori solo due. Ciò avrà dei riflessi positivi sugli spazi occupati, i costi di movimentazione, la tariffa rifiuti, l’inquinamento, il traffico... Il sistema richiede di certo più impegno, ma non è nulla di drammatico».

Come la mettiamo, con i timori per l’odore?

«Abbiamo appena tenuto una serata coi parrucchieri, mi hanno posto la stessa domanda. La risposta? Crea odore chi ha buttato l’umido nel posto sbagliato».

Siete consci che tanti bolzanini non sono ben informati?

«Abbiamo tenuto incontri coi consigli di circoscrizione e con diverse categorie economiche e i sindacati. Nei prossimi mesi, non troppo presto perché altrimenti il messaggio non sarebbe recepito, avvieremo una campagna di sensibilizzazione, organizzando anche serate pubbliche di informazione nei quartieri. Comunque, niente paura: è molto meno complicato di come potrebbe apparire».













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