Teatro Stabile: va in scena il coraggio

Tante novità e Bernardi cede la prima alla Pezzoli


Fabio Zamboni


BOLZANO. C'è lo sguardo seducente di Alessandro Gassman e quello rassicurante di Massimo Dapporto, gli occhi strabuzzati di Paolo Bonacelli e quelli gelidi di Umberto Orsini. E poi gli sguardi intensi di Sara Bertelà e di Patrizia Milani. Occhi che compongono, come un puzzle geometrico, il manifesto a cui il Teatro Stabile affida la stagione 2011/2012 che incomincerà il 6 ottobre e che è stata presentata ieri mattina al Teatro Studio del Comunale.

Sguardi al servizio di un titolo tematico - "Protagonisti a teatro" - che è per forza generico ma che sintetizzza comunque il fatto che il cartellone farà leva «su grandi nomi del teatro italiano», come ha detto il direttore/regista Marco Bernardi, «al servizio di progetti di qualità». Come dire: vedrete sì, sul palco del Teatro Comunale e degli altri teatri altoatesini collegati, i nomi-manifesto di Alessandro Gassman, Umberto Orsini, Franco Branciaroli, Massimo Dapporto, capaci da soli da portare la gente a teatro, ma li vedrete sempre dentro lavori scelti con cura.

E il cartellone di quest'anno sembra davvero promettere bene, perché accanto ad alcuni grandi classici - "Spettri" di Ibsen, "Il giardino dei ciliegi" di Checov e "Otello" di Shakespeare - propone parecchie novità e parecchi testi recenti, oppure riscritture originali di testi collaudati. Ad esempio, un Giardino dei Ciliegi poco ortodosso, virato, com'è quello di Paolo Magelli, verso la fisicità e la coralità tipiche di chi ha fatto teatro all'Est. E così i Rusteghi goldoniani totalmente riletti in chiave attuale da Gabriele Vacis, e l'Arturo Ui di Brecht affidato al ghigno beffardo di Umberto Orsini.

Ma la prima cosa che colpisce, guardando il cartellone, è che l'apertura della stagione, affidata come sempre a un classico, non sarà diretta da Marco Bernardi. E qui si vede il primo segnale di un coraggio che lo Stabile ha disseminato in quasi tutto il cartellone e ancor di più negli Altri Percorsi in cui spiccano spettacoli di ricerca avanzata, da West di Fanny & Alexander al Grimmless di Ricci/Forte, alla tempesta di Anagoor che non è quella scespiriana bensì il capolavoro del Giorgione.

Bernardi quest'anno ha proposto a Cristina Pezzoli - fedelissima del Tsb e definita dallo stesso direttore dello Stabile bolzanino «la migliore regista italiana» - di dirigere "Spettri" di Ibsen affiancando al collaudato tris di attori composto da Patrizia Milani, Carlo Simoni e Alvise Battain il giovane Fausto Paravidino, che chiuderà poi la stagione come autore e regista dell'inedito "Exit". Scamiandosi con la Pezzoli, Bernardi tornerà in cabina di regia subito dopo, per dirigere una novità: "Il ritorno" di Carlotta Clerici, drammaturga in carriera che è figlia di quel Gianni Clerici che è il Brera del tennis ma che ci simenta anche come scrittore.

Gli altri titoli in cartellone annunciano un "Roman e il suo cucciolo" affidato al gettonatissimo Alessandro Gassman, una "Trappola per topi" di Agatha Christie in una nuovissma edizione, un Otello firmato Nanni Garella, un "Servo di scena" con un mattatore del teatro italiano: Franco Branciaroli.













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