Tedesco, superate le 8mila certificazioni 

L’auspicio dell’assessore Tommasini: «Per ogni scuola italiana un istituto tedesco per gemellaggi e attività comuni»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Hanno superato quota ottomila. Sono gli studenti altoatesini ad aver finora ottenuto una certificazione linguistica in tedesco, equipollente al classico patentino di bilinguismo. Solo una delle tante cifre positive snocciolate ieri dall’assessorato provinciale alla scuola per palesare il successo di un modello di apprendimento che ormai è prassi comune per quasi tutte le scuole altoatesine. Scuole altoatesine che ora hanno intenzione di puntare tutto sul cosiddetto modello Langer, ossia, sull’onda della nuova scuola “mista” di Firmian, studenti italiani e tedeschi quanto più possibile gli uni accanto agli altri, con attività anche curricolari programmate e svolte assieme, mensa assieme, ginnastica assieme, musica assieme. Se possibile, pure extrascuola assieme.

La scuola italiana, come precisato ieri dal vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini nel corso di un incontro con la stampa tenutosi proprio alla scuola Langer, è uscita dalle sperimentazioni, ha istituzionalizzato il Clil, ossia l’insegnamento veicolare della seconda lingua, ha ampliato orari di L2 e pure di L3, gemellaggi, scambi e quant’altro. La scuola bilingue rimane politicamente una chimera, ma i risultati nell’apprendimento linguistico ci sono. Ottomila gli studenti che hanno ottenuto fino ad ora una certificazione linguistica; 1.181 i bambini delle materne impegnati con i primi approcci alla lingua inglese, ora estesi erga omnes; 84 gli studenti che hanno partecipato ai campus estivi delle lingue; nel corso dello scorso anno scolastico 33 studenti hanno frequentato un anno in L2 in una scuola di lingua tedesca; in 50 hanno partecipato ai soggiorni trimestrali in Germania; in 60 hanno frequentato un anno all’estero. Soltanto questi tre ultimi dati, come ha precisato l’intendente scolastica Nicoletta Minnei, in assoluto dicono poco, ma in termini relativi significano invece moltissimo: oltre un quinto degli studenti di quarta superiore frequenta un periodo di scuola nell’altra metà del cielo. Attualmente, il 90% delle scuole di primo e secondo grado effettuano gemellaggi. Sono inoltre 3.500 gli studenti coinvolti in percorsi di alternanza scuola lavoro, una notevole quota dei quali in aziende dell’altra lingua, anche all’estero. Sono infine sei gli istituti scolastici coinvolti nei nuovi percorsi didattici innovativi: quadriennale e liceo internazionale Cambridge.

Per l’insegnamento con il metodo Clil nella scuola secondaria di II grado sono stati finora formati 81 docenti (1 su 8). Ad oggi, oltre il 50% delle scuole primarie vanta un’esposizione alla lingua tedesca L2 tra le 7 e le 9 ore settimanali; il 25% delle scuole primarie supera le 10 ore.

Considerando l’inglese, alla primaria oltre un terzo delle scuole organizza parte delle proprie lezioni con il metodo Clil, oltre le 2 ore settimanali di lingua inglese. La metà delle scuole secondarie di primo grado impartisce lezioni di inglese oltre le tre ore settimanali previste. Alle superiori tre istituti hanno attivato sezioni Cambridge.

Alle scuole dell’infanzia l’insegnamento di tedesco L2 e inglese L3 avviene con approccio ludico; per il tedesco in media sono 5 ore settimanali, con punte di 13; per l’inglese L3 un’ora alla settimana per tutte le sezioni.

Passando ai gemellaggi, oltre il 90% delle scuole del I e II ciclo organizza o partecipa a progetti di gemellaggi e scambi linguistici.

La nuova frontiera? Secondo Tommasini sarà bifronte: la scuola ha fatto molto, ora devono scendere in campo pure le famiglie, coltivando amicizie hobby passioni e attività extrascuola con le famiglie e i «colleghi» scolastici dell’altra lingua. Poi, si dovrebbe estendere il modello Langer a tutte le nostre scuole: «Invito gli istituti e i dirigenti delle scuole di lingua tedesca a farsi avanti, in città come in periferia, per avviare attività comuni, anche curricolari, studiate assieme, portate avanti assieme».

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