Telefona ad Appiano, arrestato Kessler

Accusato di omicidio e in fuga da giorni a tradire l’altoatesino è stata una chiamata a una banca per ottenere dei soldi


di Alan Conti


BOLZANO. Lo hanno finalmente fermato. Dopo giorni di caccia all'uomo il bolzanino Agostino Heinrich Kessler, 44 anni ricercato per l'omicidio di Helmut Herburger, è stato fermato l’altro ieri alle 18.30 dalla polizia tedesca a Monaco. Kessler mancava da Bolzano dallo scorso 9 febbraio ed è stato l'ultimo uomo ad essere stato visto in compagnia di Herburger prima di ritrovarlo cadavere in un orto di Innsbruck. Da lì è cominciata la fuga dell’uomo, abile considerando che per giorni dell'uomo si sono perse le tracce. Aveva disdetto il contratto d'affitto dell'appartamento dove viveva ed estinto il conto in banca, anche se aveva sottovalutato un contributo previdenziale che si rivelerà poi decisivo. Operaio edile aveva anche chiesto in prestito al proprio datore di lavoro una Opel Corsa bianca targata CM805TY. Tutto pianificato nel dettaglio. L'autopsia sul corpo di Herburger, intanto, stabiliva che la causa del decesso furono alcuni violenti colpi alla nuca. Il cadavere fu ritrovato dal figlio.

Come si è arrivati, però, all’arresto? Determinante il ruolo giocato dalla squadra mobile della questura di Bolzano coordinati da Giuseppe Tricarico. Oltre ad aver identificato con precisione i dati anagrafici dell’uomo accusato di omicidio hanno tessuto una tela pronta a scattare come una trappola. L’elemento determinante, come detto, è stato un contributo previdenziale che Kessler ha lasciato a una banca di Appiano. Distinto dal conto corrente estinto. Il latitante, naturalmente, sapeva di averlo. La polizia, dal canto suo, sapeva che l’avrebbe cercato. Poche centinaia di euro, ma necessarie quando la dotazione economica di un uomo in fuga non è certo sterminata. L’altro giorno, dunque, è arrivata la telefonata all’istituto bancario. Era Kessler che chiedeva di girare l’importo del contributo previdenziale su un conto estero. Impossibile trattandosi di un’operazione completabile solo con il rilascio di contanti direttamente in mano al titolare. Quel che conta, però, è che l’uomo ha utilizzato un cellulare di un privato tedesco immediatamente rintracciato. Amico di un amico in comune, estraneo alla fuga, è stato determinante nell’indicare alla polizia tedesca dove trovare Kessler. La trappola, insomma, è stata ideata in Italia ed è scattata in Germania: una coccarda sulla giacca della cooperazione internazionale.

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