Tentato omicidio al Centro profughi

Un pachistano di 37 anni ha accoltellato un connazionale di 26 anni L’uomo è stato arrestato. Volontarius: «Un fatto grave ma isolato»


di Massimiliano Bona


APPIANO. Un profugo pachistano di 37 anni, Shah Syed Iftikhar, è stato arrestato dai carabinieri di Appiano con la pesantissima accusa di tentato omicidio. Il rifugiato ha aggredito con un coltello da cucina un connazionale di 27 anni provocandogli un taglio al volto di una quindicina di centimetri (dall’attaccatura dei capelli alla fine del naso) e poi, nella foga, ha cercato di ucciderlo con un secondo fendente all’altezza dell’addome. Il litigio è stato causato, secondo le prime informazioni raccolte dai carabinieri, dalla richiesta del profugo più giovane (che stava cucinando) al più anziano di lavare i piatti. Quest’ultimo avrebbe perso completamente il controllo e si sarebbe scagliato contro il 27enne, tanto da attirare l’attenzione anche degli altri migranti (in totale 47) che soggiornano nel Centro allestito da un paio di mesi all’ex caserma Mercanti.

Un coltello di 30 centimetri. Secondo la ricostruzione di alcuni testimoni oculari - sulla quale sta ancora indagando il pm Axel Bisignano - non ci sarebbero dubbi sulla volontà omicida del 37enne, che sarebbe stato fermato solo qualche attimo prima di assestare una coltellata con possibili conseguenze letali. Tra lama e manico il coltello, sequestrato dai militari dell’Arma, guidati dal comandante di stazione Andreas Raffl, misura poco meno di una trentina di centimetri. La tragedia è stata evitata anche per la vicinanza della caserma dei carabinieri al Centro profughi. I due immobili, infatti, sono separati solo da un recinto. I carabinieri hanno dovuto fare semplicemente il giro dell’isolato e raggiungere l’ingresso Sud della struttura, gestita per ora in modo impeccabile da Volontarius.

Un episodio isolato. L’associazione, che segue 47 migranti tra i 22 e i 50 anni con 6 operatori, ha ribadito ieri con fermezza che si tratta di un episodio isolato. Nelle scorse settimane sono stati organizzati anche due incontri con i residenti per favorire l’integrazione con la popolazione locale: uno all’ex caserma, con piatti pachistani preparati dagli stessi migranti e una partita a ranghi misti di cricket, e l’altro in biblioteca.

I migranti: «Siamo integrati». Durante la giornata possono entrare e uscire liberamente ma devono rispettare gli orari di apertura e chiusura del Centro. Appoggiate ai container (dove vivono in quattro in pochi metri quadrati), forniti dalla Niederstätter di Ora, ci sono le bici messe a disposizione dal Comune. I migranti, anche ieri, sorridevano e sottolineavano di trovarsi perfettamente a loro agio nel maggiore Comune dell’Oltradige: «Ci trattano bene - spiegano due rifugiati - e ci danno la possibilità di riscattarci. Siamo scappati dal nostro Paese per avere un futuro migliore, lontano dalla corruzione e dalla povertà. Il tentato omicidio? Un fatto grave, da cui prendiamo le distanze».

La causa: un diverbio per chi doveva pulire la cucina. Per i responsabili del Centro l’aggressione è stata una sorpresa, ma anche una piccola delusione. Anche perché i rifugiati, finora, si sono sempre comportati in modo impeccabile. «Il litigio - spiega in una nota Volontarius - si è verificato nel container adibito a locale cucina. Gli operatori del Centro hanno fatto prontamente intervenire le forze dell’ordine e i soccorsi. Una delle due persone coinvolte ha subìto ferite che sono state prontamente curate al Pronto Soccorso dell’ospedale di Bolzano. L’aggressore si trova in stato di fermo nel carcere di Bolzano. L’aggressione è avvenuta a causa di un diverbio per futili motivi legati alla pulizia della cucina. Nonostante questo episodio, che si può circoscrivere all’azione di un unico ospite, le condizioni di convivenza all’interno del Centro si possono ritenere positive. Le relazioni tra gli ospiti sono improntate alla collaborazione, al riconoscimento di regole e al rispetto reciproco. All’aggressore è stata revocata l’accoglienza per i gravi fatti di cui si è reso responsabile».

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