Theiner a mani vuote Il Pd ancora non molla

L’Obmann Svp oggi riferirà al partito: «Decideremo entro il weekend» Per il collegio di Bolzano si valuta un candidato gradito o la corsa separata


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Nulla di fatto anche a Roma. Prosegue la maratona della trattativa tra Svp e Pd per la scelta del candidato per il collegio senatoriale Bolzano-Bassa Atesina. Ieri mattina L’Obmann della Svp Richard Theiner ha incontrato nella sede nazionale del Pd il segretario Pier Luigi Bersani e Maurizio Migliavacca. Presenti all’incontro anche i deputati Gianclaudio Bressa (Pd) e Karl Zeller (Svp).

Il Pd nazionale ha sposato la richiesta del Pd locale di avere un proprio candidato, dopo tre legislature in cui il senatore di Bolzano-Bassa Atesina è stato Oskar Peterlini. Chiusa la riunione con Bersani, le delegazioni Pd e Svp hanno continuato a discutere nel pomeriggio, presente anche il segretario Antonio Frena, rimasto a Roma dopo la direzione nazionale di martedì sera.

Al momento restano sul tavolo come candidati i nomi di Frena e Siegfried Brugger, più gli altri delle rispettive rose: Karl Trojer e Mauro De Pacalis per il Pd, Manfred Mayr per la Svp.

Oggi si riparte. Riunione ristretta della Svp in mattinata, probabile incontro con il Pd, per finire con la Parteileitung della Svp nel tardo pomeriggio.

«Decideremo se andare da soli o con il Pd», anticipa Theiner, che è intenzionato a chiudere la vicenda entro il fine settimana. In un modo o nell’altro. Intanto ieri Theiner non ha siglato l’accordo elettorale Pd-Svp. Ma lo stesso Obmann ammette che deve restare un punto fermo quel patto in cui si parla, tra l’altro, di ripristino delle competenze primarie (energia, urbanistica e paesaggio), nuovo assetto finanziario della Provincia, elezioni provinciali ed europee, voto di fiducia degli eletti della Stella alpina all’eventuale governo Bersani, condivisione del prezioso premio di maggioranza.

Frena riassume: «Roma ci lascia tempo per chiudere e condivide la nostra posizione».

A tenere alta la tensione c’è invece il caso della lista Pd per la Camera del Trentino Alto Adige, varata martedì a Roma con il voto negativo di Michele Nicoletti, segretario del Pd trentino. Questa sera è prevista una seduta infiammata del direttivo trentino sulla lista che vede nelle prime tre posizioni Bressa, Nicoletti, Gnecchi e solo quarta Elisa Filippi, vincitrice donna delle primarie trentine.

Nella nebbia della trattativa, tre sono le opzioni aperte. La Svp accetta di condividere un candidato di area Pd. In questo caso, difficilmente potrà essere Frena. Questo ormai viene fatto trapelare. Troppo complicato, è la spiegazione, convincere gli elettori Svp a votare per il segretario di un altro partito. A quel punto spetterebbe al Pd avanzare altri nomi. Oltre ai papabili Giovanni Polonioli e Alberto Zocchi, ieri circolava con convinzione l’ipotesi del sindaco di Laives Liliana Di Fede (il Comune andrebbe a elezioni anticipate), eventualmente dei vice segretari Carlo Costa e Daniela Rossi. E infine resta l’ipotesi dello spostamento di Bressa sul Senato come quadratura del cerchio: risolto il problema con i trentini e candidato in piena sintonia con la Svp.

Seconda ipotesi, il Pd alla fine cede e acconsente alla candidatura di Brugger. Questa è la previsione «perfida» di Peterlini: «All’ultimo minuto il Pd locale dovrà accettarlo».

La terza ipotesi è data per assai probabile. Svp e Pd concordano di correre separati, puntando sulla vittoria degli uni o degli altri. In ogni caso, è il ragionamento, il senatore starebbe nella maggioranza di centrosinistra, anche quello della Svp. Il patto elettorale infatti verrebbe firmato. È una scommessa rischiosa, che punta sulla divisione del centrodestra. In quel caso il Pd potrebbe allearsi con Verdi e Sel (vedi articolo sotto) e sperare di farcela. La Svp avrebbe il vantaggio di non dover chiedere agli elettori di votare un «italiano» ed evitare la temuta fuga dalle urne.

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