Theiner: "Sul bassorilievo ci siamo fermati, elaboriamo insieme fascismo e nazismo" / SONDAGGIO

La Svp eviterà la prova di forza sui monumenti. Lo conferma l'Obmann Richard Theiner: «Va sostenuta l'idea di Durnwalder: ascoltiamo storici e artisti. Ma sto lavorando per andare oltre»


Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp eviterà la prova di forza sui monumenti, specialmente sul Mussolini a cavallo di Piffrader. Lo conferma l'Obmann Richard Theiner: «Va sostenuta l'idea di Durnwalder: ascoltiamo storici e artisti. Ma sto lavorando per andare oltre». Scoppiato il caso dell'accordo con Bondi, Theiner ha iniziato una serie di incontri informali con esponenti italiani. L'ultimo, mercoledì con il sindaco Luigi Spagnolli. Nell'agenda ci sono anche i Verdi. «Coinvolgerò chi crede nell'autonomia». Racconta il suo lavoro, che parte dai monumenti e mira «a un lavoro franco, senza tabù sulla nostra storia, il fascismo e il nazismo, temi difficili per tutti noi. La mia speranza? Liberarci di quel peso, ma solo dopo aver capito, ed entrare in una storia nuova. Penso a qualcosa di concreto, a un luogo». Obmann, perché ha iniziato questi incontri? «Mi piace molto come si sta evolvendo la vicenda dei monumenti. Superato lo shock, vedo una generale disponibilità a collaborare: provo a sfruttare il momento». La Provincia può staccare il bassorilievo di Mussolini, ma Durnwalder senbra favorevole a un ripensamento. Cosa ne pensa? «Lo sostengo». Perché rinuncereste a una prova di forza su un terreno così simbolico? «La Svp è qui dal 1945, questo significa coltivare una classe dirigente responsabile. Su Piffrader non è una svolta clamorosa, diciamo che abbiamo ascoltato». Cosa accadrà ora? «Si raccoglieranno idee di storici e artisti di tutti i gruppi, coinvolgendo sicuramente il Comune». La politica ascolterà queste voci, anche se daranno pareri scomodi? «La politica deciderà, ma cerchiamo le idee. Io stesso ho visitato molti esempi di monumenti totalitari storicizzati in Europa». A cosa punta il suo giro di incontri con politici italiani? «Vorrei che non ci fermassimo al lavoro sui monumento. Dobbiamo avere il coraggio di lavorare sulla nostra storia, sul fascismo e sul nazismo. Dobbiamo farlo insieme, senza tabù, in un lugo comune, perché sono eventi intrecciati. Elaborare significa guardare la storia, non ignorarla. Finora non lo abbiamo fatto, credo che sia ciò che ci manca per iniziare una nuova fase. Insommma, alla fine il ministro Bondi potrebbe avere giocato un ruolo inaspettato per il futuro della nostra terra, se le persone responsabili parteciperanno». Cosa intende per un luogo? «Penso a uno spazio, un centro di documentazione, in cui confrontarci con la storia. Deve essere sicuramente a Bolzano, perché è il cuore di ciò che è accaduto. E il Comune deve partecipare, insieme agli assessori di lingua italiana in Provincia». Può essere la cripta del Monumento alla Vittoria? «Lasciamo che arrivino le idee anche su questo progetto. Anche in questo caso non mancano esempi in Europa». Cosa chiede agli interlocutori italiani? «Che sappiano prendersi delle responsabilità, come vediamo in molti casi nelle discussioni di questi giorni».

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