Ticket per entrare in città Rivolta degli altri sindaci

Benin: «È una follia». Dissertori: «Metterò una sbarra a Termeno per i bolzanini» Runer (Terlano): «Una provocazione». Hofer: «Punite solo le nostre aziende»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Ai sindaci e agli assessori dei Comuni limitrofi di Bolzano, ma anche al governatore altoatesino Arno Kompatscher, non piace proprio l'idea lanciata dalla giunta del capoluogo - al termine dell’infuocata assemblea con i residenti in via della Mendola - di prevedere un ticket per i pendolari che vorranno percorrere viale Druso per entrare in città non appena funzionerà a pieno regime il metrobus. Le reazioni sono durissime, al punto che c’è chi propone - provocatoriamente - una «gabella» da far pagare ai bolzanini nei mesi primaverili o estivi per andare ai laghi di Monticolo o Caldaro o per gustare un bicchiere di Gewürztraminer in Bassa Atesina. C’è anche chi attacca Bolzano per il fatto di non aver elaborato un piano della viabilità degno di tal nome negli ultimi vent’anni, tanto da mettere in crisi persino chi scende da Sarentino ed è costretto, giocoforza, a percorrere via Cadorna.

«Mi sembra davvero una follia - spiega la prima cittadina di Caldaro Gertrud Benin Bernard - anche perché a pagare il conto sarebbero unicamente lavoratori e pendolari. Gente che si muove per necessità e non certo per diletto. Si tratterebbe di una spesa, dunque, che non avrebbe alcuna giustificazione. Siamo pronti a mobilitarci in ogni modo per evitare che ciò accada».

Solo dall'Oltradige sono almeno 15-20 mila le persone che quotidianamente fanno la spola con il capoluogo. Appiano, Caldaro, Termeno e Terlano sarebbero i Comuni maggiormente penalizzati. «Bolzano con questa proposta - commenta il sindaco Klaus Runer - cerca di spostare l'attenzione dal problema vero: ovvero la mancanza di un concetto di viabilità credibile per il capoluogo da almeno vent’anni. A parte l'arginale non è stato fatto davvero nulla. Penso a chi scende da Sarentino o San Genesio o a chi viene dall'Oltradige: l'unica possibilità è quella di passare per la città. Non ci sono circonvallazioni. Tra l'altro gli uffici pubblici non sono nemmeno concentrati in un’unica zona del capoluogo, con tutti gli inconvenienti che ne conseguono per chi arriva dalla periferia. Obbligare questi ultimi a pagare un ticket sarebbe ingiusto ma anche insensato. Ospiterei volentieri - ironizza Runer - gli uffici provinciali a Terlano, per poi far pagare magari un euro a tutti i bolzanini».

Runer, peraltro, fa anche una proposta: «In altri Paesi si usa l'autostrada come circonvallazione: chi entra a Bolzano Nord ed esce a Bolzano Sud potrebbe essere esentato dal pagamento del pedaggio e a trarne beneficio, in termini di minor inquinamento, sarebbe proprio il capoluogo».

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il vicesindaco di Appiano Monika Hofer Larcher:

«Il successo del metrobus è legato a filo doppio alla frequenza delle corse. Se i tempi di attesa non dovessero essere eccessivi, ovvero superiori ai 10 minuti, sono convinta che una buona fetta di residenti dell'Oltradige opterà per il mezzo pubblico. Non potranno farlo, ovviamente, imprenditori e artigiani che devono potersi spostare liberamente nel capoluogo senza dover fare i conti con il ticket. Mettere paletti di questo tipo non avrebbe davvero alcun senso».

Ancora più rigido il sindaco di Termeno Werner Dissrtori, che ritiene ci possano essere anche delle ricadute negative dal punto di vista economico.

«Se Bolzano deciderà di mettere il ticket non ci penserei un secondo a fare altrettanto all’ingresso di Termeno: non ci possono davvero essere altoatesini di serie A e B. Non c’è nemmeno da discutere. La prossima volta che incontrerò l’assessore Gallo, che conosco personalmente e stimo, gli spiegherò perché la sua proposta è davvero inattuabile».

Dissertori parla poi anche da ristoratore e albergatore: «Con un’ulteriore gabella a carico degli ospiti che soggiornano in zona rischiamo di avere pesanti ricadute economiche per tutte le categorie che lavorano con il turismo: e di questi tempi non ce lo possiamo proprio permettere».

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