Tonnellate di posta inevasa

Il sindacato denuncia una situazione al collasso


Fabio Zamboni


BOLZANO. Chilo più chilo meno, sono circa quattro tonnellate di posta, ferma nei magazzini degli uffici postali dell'Alto Adige. Compresi, probabilmente, migliaia di biglietti di auguri di Natale che arriveranno forse a Capodanno. È la situazione, non inedita ma sempre clamorosa, di un (dis)servizio pubblico. Quella gestita da Poste Italiane è una delle poche inefficienze che accomunano la nostra alle altre province italiane.

Eduard Benedikter, segretario provinciale della Federazione lavoratori postali (SLP) della Sgb-Cisl - che rappresenta il 53 per cento dei dipendenti postali locali - denuncia una situazione al collasso: «In tutt'Italia si minaccia di arrivare ad un servizio di consegna postale a giorni alterni almeno per i comuni più piccoli e meno raggiungibili. Ma questo progetto non verrà applicato in Alto Adige, perché c'è un alto numemo di abbonati ai quotidiani, che ovviamente vanno consegnati...quotidianamente. E poi il prezzo di questo servizio giustifica da solo una consegna puntuale. Il fatto è che in questo periodo vengono consegnati i quotidiani ma non il resto della posta, perché gli addetti sono insufficienti.

E in alcune zone tipo l'Alta Venosta si consegnano a singhiozzo persino i quotidani. E questa, pare di capire, non è una scelta ma una conseguenza. Certo, una conseguenza di una serie di disservizi, di problemi che si creano e che non vengono risolti. Fino a poco tempo fa noi del sindacato segnalavmao i problemi alla centrale di Mestre o allo smistamento di Verona e trovavamo sempre persone capaci di trovare una soluzione almeno provvisoria, soprattutto al servizio Risorse umane di Mestre. Ora il vertice è cambiato e non ci ascoltano più: la risposta è sempre "la situazione è sotto controllo". E quali sono questi disservizi?

La posta in molti comuni tipo Curon Venosta e San Candido in Pusteria, non viene consegnata quotidianamente. I motivi? Primo: mancanza cronica di personale. Poi, in certe zone dell'Alto Adige servirebbero mezzi adeguati, tipo vetture a quattro ruote motrici, invece i portalettere vano in giro con scooter inadeguati, con 70 kg di posta da consegnare. E con un abbigliamento inadeguato: la divisa ufficiale per l'inverno, a molti non è ancora arrivata. L'altro giorno a Prato allo Stelvio, la posta è stata consegnata da una postina in motorino, e il termometro segnava 20 gradi sotto lo zero. Il problema più grave è comunque la mancanza endemica di personale. Direi proprio di sì. E le risorse, quassù in Alto Adige, sono persino inferiori ad altre province. Ci sono dipendenti che hanno accumulato 100 giorni di ferie arretrate e che non sono messi in condizione di farle.

A Bolzano, se si ammalano un paio di dipendenti, si rischia il collasso, anche se la posta in deposito è meno di quella che l'estate scorsa aveva toccato livelli record. E non parliamo dei trimestrali: ne dovrebbero essere assunti 40 per sostituzioni e malattia e tutto è fermo. Le assunzioni sono slittate al prossimo mese, ma non è detto. Insomma, parliamo dell' unico servizio pubblico di cui l'Alto Adige non può menare vanto. È proprio così. È sette anni che la Provincia dice di voler assorbire il servizio postale, e anche il nostro direttore di filiale Unterkircher continua a dire che stiamo passando all'ente pubblico. Ma intanto resta tutto com'è». È notizia di ieri l'intenzione del governo Monti di accelerare la liberalizzazione del servizio postale. Che venga da lì la soluzione?

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