Toponimi, Bizzo vota “no” in Commissione dei Sei

Il componente della paritetica: «Troppe forzature. Lo Statuto sarebbe stravolto» Oggi l’assemblea dei Cai. Tommasini: «Chiudiamo questa vicenda e ripartiamo»



BOLZANO. Toponomastica, i presidenti delle sezioni del Cai si incontreranno oggi. È stato chiesto loro di dare un parere sulla norma di attuazione e sull’elenco di 1.380 nomi bilingui o monolingui nella stesura messa a punto dal presidente della Commissione dei Sei Francesco Palermo. Il presidente provinciale del Cai Claudio Sartori nei giorni scorsi ha incontrato il presidente provinciale Arno Kompatscher e il vice Christian Tommasini, che hanno chiesto la collaborazione dell’associazione. Quella di questa sera sarà una riunione tesa. La norma di attuazione supera il principio statutario del bilinguismo, introducendo il criterio dell’uso. Mono o bilinguismo delle singole denominazioni verrebbe deciso da una commissione di esperti. L’elenco di nomi allegato rappresenterebbe una prima porzione di toponomastica già definita. A fronte di chi spinge per l’accordo, c’è la posizione netta del Cai di Bolzano, che rifiuta di dare il proprio avallo a norma ed elenco. Il Cai lavorò a lungo sul caso della segnaletica, dopo il 2009, arrivando a identificare almeno 2500 toponimi utilizzati nella versione italiana. L’allegato A del gruppo di esperti incaricato in base all’accordo Durnwalder-Fitto si concentrò su 1.526 località, di cui il 44% bilingui. Su quella base di 1526 nomi è tornata a lavorare la paritetica guidata da Palermo. Vito Brigadoi, all’epoca colonna del Cai di Bolzano, torna a quel lavoro e dice: «La mia idea non è cambiata. Lo Statuto prevede il bilinguismo e va applicato, se le regole meritano ancora rispetto». Palermo riunirà mercoledì la paritetica. L’esito è più che incerto. Roberto Bizzo (Pd) annuncia il suo «no» alla norma. Dubbi nella paritetica ha avanzato anche Brunhilde Platzer. Palermo chiarisce che non voterà a favore, senza il consenso di tutta la paritetica. Fino a qualche giorno fa Bizzo si era dichiarato disponibile a ragionare sui nomi. «Troppe forzature. Il tema non è più un pugno di nomi salvati», dice ora Bizzo, «ma una norma che scardinerebbe lo Statuto, che prevede il bilinguismo e assegna alla Provincia solo la potestà di ufficializzare la toponomastica tedesca. La Provincia non ha competenza per cancellare la toponomastica italiana. Troppe forzature. È tempo di fermarsi». La maggioranza del Pd è favorevole all’accordo. Tommasini ribadisce: «Ci sono i cartelli solo in tedesco. Grazie alla norma potremo iniziare a ripristinare il bilinguismo, dove previsto». Non basta lo Statuto? «Finché la discussione è aperta non si muove nulla. È tempo di chiudere e ripartire». Il senatore Karl Zeller (intervistato dalla Rai) avverte: «Si illude, chi pensa che, saltata la norma ci penserà la Corte costituzionale a garantire il bilinguismo assoluto. La Svp non correrà mai questo rischio». Lo scenario di Zeller: «Aboliremo la legge provinciale del 2012 e ci troveremo nelle sabbie mobili del nulla disciplinato». (fr.g.)













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