Toponimi in Alto Adige, Pd e Pdl: no al blitz Svp

Durnwalder vuole una norma di attuazione, dubbi anche nella Stella alpina



BOLZANO. Luis Durnwalder punta al colpo di mano sulla toponomastica attraverso una norma di attuazione. E' l'ultima novità di un periodo tesissimo sul fronte dei temi sensibili per i gruppi linguistici. Reazioni indignate e trasversali nel mondo italiano, con il deputato Pdl Giorgio Holzmann che avverte il governo: «Se passa una porcata del genere me ne vado». Sulla stessa linea il consigliere provinciale Maurizio Vezzali (Pdl): «A Roma stiano attenti. Questa sarebbe l'ultima goccia». L'assessore provinciale Christian Tommasini (Pd) anticipa: «Ipotesi di cui non vogliamo neppure sentire parlare».
Ma voci negative o imbarazzo emergono anche nella Svp, a conferma di un periodo effervescente, con fronti che si definiscono in vista della gara sulla successione.
Durnwalder ha pensato di sondare il governo sulla possibilità di varare una norma di attuazione che ricalchi l'accordo sottoscritto a settembre con il ministro Fitto sui cartelli di montagna. Acquista ora una luce diversa quel passaggio nel testo che prevede «il mantenimento nella loro dizione originaria, in lingua tedesca e/o ladina, dei nomi storici». Un lasciapassare per la sfoltita alla toponomastica in italiano.
Durnwalder durante l'ultima seduta della Parteileitung della Svp ha lanciato l'idea e chiesto ai deputati Zeller e Brugger, componenti della Commissione dei 6, di verificare se ci sono margini di manovra con il governo. Se è stato concesso il via libera sui monumenti fascisti, negato perfino da Prodi, perché non provare con la toponomastica? Con una norma di attuazione così, la successiva legge provinciale sarebbe solo una presa d'atto.
L'indiscrezione è però trapelata e come minimo è stato bruciato l'effetto sorpresa. Gelidi i due ambasciatori incaricati. Così Siegfried Brugger: «Mi sembra una ipotesi poco percorribile. La competenza sulla toponomastica è del consiglio provinciale. Il nostro ruolo non è risolvere con norme ciò che spetta alla Provincia». Zeller aggiunge: «E' poco probabile che ci sia assenso del governo. Ancora meno probabile se l'iniziativa viene divulgata prima ancora che Roma ne sappia qualcosa». Esasperato il senatore della Stella alpina Oskar Peterlini: «La politica non si fa con i muscoli. La Svp vuole diventare un partito anti-italiani, Durnwlader vuole distruggere la sua immagine? Si deve avere la pazienza e la dignità di trattare, senza scavalcare».
Proprio ieri i consiglieri provinciali di lingua italiana di tutti i gruppi da Unitalia al Pd, riuniti a Trento per il consiglio regionale, si sono incontrati ancora una volta per concordare una linea comune sul disegno di legge della toponomastica che verrà inserito nell'ordine del giorno del consiglio provinciale di marzo. La notizia dell'ipotesi di colpo di mano attraverso il governo ha messo tutti di pessimo umore, ma il gruppo rilancia la trattativa. «La toponomastica non può essere decisa dal ministro Fitto», sintetizza Alessandro Urzì (Fli). Riassume Tommasini: «L'obiettivo è ottenere sei mesi di sospensione della discussione in aula non per prendere tempo, ma per trattare con la Svp e arrivare a un testo condiviso». Precisati ieri i punti da chiarire, proseguono Vezzali e Urzì, tra cui la necessità di avere una commissione paritetica e non con prevalenza di membri di lingua tedesca, discutere le modalità di voto e i requisiti dei componenti. Sulle modalità di voto, prosegue Tommasini, «la mia proposta e del Verde Dello Sbarba è che la commissione decida insieme, non per gruppi separati, ma con forme di maggioranza qualificata per garantire tutti». (fr.g.)

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