Toponimi, nel Pd si prepara la battaglia

Bressa attacca Bizzo: «Dialogo, non spallate». Palermo difende la sua proposta di compromesso



BOLZANO. Sulla toponomastica nel Pd si prepara la guerra interna. La maggioranza sposerà la linea del compromesso, che passa per l’accettazione della nuova lista di nomi, allegata alla norma di attuazione, compilata da Francesco Palermo (presidente della Commissione dei Sei). Nel discuteranno lunedì nella assemblea provinciale, cui è stato invitato proprio Palermo, che dice: «Siamo arrivati al punto politico finale della discussione. È giusto che ne discutano i partiti, sia la Svp che il Pd, non i singoli componenti della paritetica». Roberto Bizzo, che siede nella paritetica come esponente del Pd, anticipa: «Il disegno è chiaro. Mi si vuole mettere nell’angolo, dimostrando alla Svp, dopo la sfuriata di Zeller, che il Pd è un partito ragionevole, e sposa la linea di Palermo. A quel punto lo stesso Francesco potrà sentirsi legittimato ad andare avanti, mettendo ai voti la norma, mentre aveva promesso che non avrebbe fatto forzature. Quanto a me, se la norma non mi convincerà, voterò contro. La coscienza viene prima dell’appartenenza politica». Non lo nomina, ma il sottosegretario Gianclaudio Bressa (Pd) assesta la prima spallata a Bizzo e alla sua linea: «La soluzione arriverà quando ci sarà una soluzione condivisa, non darei nemmeno per scontato che si riesca a chiudere la vicenda prima delle elezioni politiche. Soluzione condivisa significa equilibrata, trovata dialogando, non muovendosi a spallate per sembrare il paladino degli italiani». E prosegue Bressa: «Nella norma di attuazione c’è il lavoro di anni e anche il famoso allegato B, che ha visto impegnato il ministro Delrio è il frutto di uno studio. Comunque, come noto, la toponomastica è un argomento che non mi appassiona minimamente. In Alto Adige ci sono problemi più importanti». La Commissione dei Sei si riunirà oggi, ma è probabile che la discussione sulla toponomastica venga rinviata, in attesa della assemblea del Pd. Intanto Palermo difende il proprio lavoro di costruzione di un terzo elenco di toponimi, distinti tra bilingui o monolingui in tedesco. Ricordiamo che c’è un consenso largo nel mondo politico, anche dell’opposizione, sull’allegato A, frutto dell’accordo Durnwalder-Fitto, elaborato da un gruppo di esperti tra cui il vice prefetto De Carlini e l’avvocato dello Stato Guido Denicolò. L’allegato B, successivo, nacque dalla decisione della Svp di ottenere una lista di nomi meno «permissiva» sul bilinguismo in nome della storicità dei toponimi (vi lavorarono anche Kompatscher e Martha Stocker): la lista entrò nell’accordo Durnwalder-Delrio. Quella lista viene tuttora rivendicata dalla Svp. Come possibile compromesso, viste le obiezioni di Bizzo e di Brunhilde Platzer, Palermo ha proposto nella ultima seduta della Commissione dei Sei una lista da lui elaborata, che difende: «È quasi un miracolo che ci sia l’accordo sulla norma di attuazione. Se si discute sui singoli nomi, è la fine». Come ha lavorato sulla sua lista? Così Palermo: «Partendo dall’A e dal B, ho seguito il principio di togliere ogni nome che presenti incongruenze: è giusto che se ne occupi la commissione di esperti prevista dalla norma di attuazione. Ad esempio ho tolto dalla lista i nomi di Comuni aggettivati, su cui ci sono state polemiche. Se esiste Naturno, allora deve esistere anche la “malga Naturno”». Ma Riccardo Dello Sbarba (Verdi) contesta la linea di Palermo: «La norma di attuazione prevede una commissione paritetica, cui delegare la composizione del repertorio topografico in base a criteri oggettivi. Non ha senso dunque allegare alcuna lista alla norma. Ancora meno senso ha una lista compilata da una singola persona, lavorando sulle due precedenti. Se sono assurdi gli elenchi, una lista delle liste è il massimo dell’assurdo». (fr.g.)













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