«Toponimi, no alle provocazioni» 

Bizzo: la Svp non poteva cambiare lo Statuto nelle Paritetiche. Kompatscher: «Una legge andrà fatta»



BOLZANO. «Il vero problema è che non si può utilizzare la Commissione paritetica per modificare lo Statuto come voleva fare la Svp nel caso della norma d’attuazione su cui mi sono messo di traverso». Così Roberto Bizzo (Pd), sul tema della toponomastica. Saltato l’accordo nella Commissione dei Sei, la parola va alla Corte costituzionale, chiamata a decidere sul ricorso del governo Monti alla legge provinciale del 2012. Quella che delegava a comprensori e Comitato cartografico il compito di riscrivere la materia, utilizzando anche il criterio dell’uso. L’appuntamento è per il 7 marzo prossimo. Contro la legge altoatesina le osservazioni dell’Avvocatura dello Stato, pubblicate ieri dal nostro giornale. Osservazioni che stroncano la legge in questione.

Una via d’uscita? Il senatore Francesco Palermo propone di abrogare la normativa del 2012 in consiglio provinciale. Ma i tempi stringono, perché, ad esempio, la prossima seduta consiliare è prevista a metà marzo. Ma tutto si può fare. Il rischio è che i «paletti» che potrebbe mettere la Consulta possano essere la pietra tombale su qualsivoglia riforma. «Ma noi siamo qui" preannuncia Karl Zeller che, pur uscente, è la mente costituzionale della Svp. Che sta pensando a un piano B, tra il ritiro della norma e l’attesa passiva della sentenza. «Ma dovremo comunque lavorare ad una legge - insiste Arno Kompatscher - che si muova nello spirito di quella già in campo. Che non ha una logica revanchista, ma inclusiva».

«L’Avvocatura dello Stato, dicendo che "l’obbligo della bilinguità deve esserci sempre ed in ogni caso", ha solo confermato l’ovvio per chiunque sappia leggere e abbia avuto mai il buon gusto di dare un’occhiatina allo Statuto Quello stesso statuto che è un totem intoccabile quando fa comodo alla Provincia e viceversa lo si può dilaniare e superare quando scioccamente si tenta ancora di cancellare l’identità italiana e di minare la convivenza pacifica voluta da tutti i gruppi linguistici», sottolinea Michaela Biancofiore (Forza Italia).

Poi una stoccatina a Maria Elena Boschi: «Mi auguro che la sottosegretaria di Stato Boschi, sottolineo di Stato, ergo dello Stato italiano, si vergogni di quello che ha dovuto accettare pur di avere un collegio pseudo-sicuro dove essere eletta fuggendo dalla sua Toscana». E infine un grazie a Bizzo. «Tengo infine a ringraziare Roberto Bizzo - che al di là degli schieramenti ha saputo proteggere la nostra comunità - e il senatore Palermo: non a caso ha avuto il coraggio di non ricandidarsi per non sottostare alle imposizioni contra legem, contro l’interesse di tutti i gruppi linguistici stufi di alcune assurde provocazioni di esponenti Svp», chiude Biancofiore. Bizzo ricorda dal canto suo di aver detto più volte al Pd quale fosse la sua posizione. «Invece mi hanno processato come traditore sul tema della toponomastica. In realtà dissi più volte alla Svp che se voleva discutere di toponimi, allora bisognava aprire anche le partite dell’art.19 e della proporzionale, per fare due esempi, finendola con la politica della fetta di salame per volta», così Bizzo. E rivolto a Boschi e Bressa: « Su certi temi non basta venire in ferie in Alto Adige, perché solo chi vive qui ha la sensibilità necessaria per decidere in modo giusto».













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