Tornano i ragazzi di Greta «La lezione del virus» 

Il movimento. In piazza Magnago durante la seduta di giunta la manifestazione sull’ambiente Coronavirus e ambiente: l’assalto al pianeta è una delle cause e siamo riusciti a fermarci



Bolzano. I ragazzi di Greta sono tornati. E per farci capire la ragione, hanno fatto, tra i tanti, un cartello con su scritto «no Co2» in cui la «o» era disegnata come un orrido virus Covid tutto verde e con i suoi tentacoli. Per dire due cose. La prima: che se la politica è riuscita a fare qualcosa di concreto contro la pandemia e a frenarla, potrebbe fare lo stesso ( «certo, se lo vuole...» aggiunge uno studente) anche contro l’inquinamento e lo spreco di risorse. La seconda: che proprio il Corona ci ha detto come l’assalto al pianeta, il mancato rispetto della natura e anche degli animali di cui ci cibiamo senza ritegno, siano una delle cause di quanto è accaduto. «Avete visto le nostre acque come sono diventate d’improvviso limpide?» argomentava un ragazzo diligentemente mascherinato. Rieccolo, dunque, il popolo dei Fridays for Future. Silenziato dal lockdown, un poco schiacciato da altre emergenze e dalla crisi, è riapparso in piazza Magnago, in un giorno in cui si riunisce la giunta provinciale, tappezzando lo spazio con i suoi appassionati richiami alla responsabilità verso noi stessi e il nostro mondo. Da quelli duri e apocalittici ( «Il sangue dei vostri figli è nelle vostre mani»), a quelli più da trincea («Se calpestate l’esistenza aspettatevi resistenza»), fino al più rilassato «bike power», a Bolzano molto d’attualità. Perché dunque questo ritorno? «Il lockdown ci ha insegnato», spiega Nausicaa, «che se vogliamo cambiare le cose ne siamo capaci». E Michele aggiunge: «Abbiamo tutti mostrato di essere in grado di compiere sacrifici per ottenere un risultato che immaginavamo fosse importante. Lo era, certo. Ma lo è anche impedire che tutto il nostro mondo sia privato della sua vita e delle risorse». E se le protezioni individuali contro il contagio, dice ancora Zeno, «hanno consentito ad ognuno di noi di proteggere anche altre due persone, magari vicine. Con delle azioni altrettanto decise per la salvaguardia dell’aria e della natura si potrà contribuire a salvare centinaia di persone tra una generazione». Perché se non ci fermiamo un poco ora, la progressione geometrica dei danni irreversibili sarà drammatica. Lo dicono loro a noi e alla politica, perché saranno i ragazzi di Greta e i loro figli a vivere il pianeta tra 30 o 40 anni, quando molto potrebbe essere compromesso. Si può, hanno insistito, «perché anche il report di Greenpace ha chiarito che l’Italia potrà raggiungere la neutralità ecologica nel 2040, se iniziamo adesso a pensarci». E adesso è già ieri. Per questo hanno tappezzato piazza Magnago di inviti a darsi una mossa. Sopra, la giunta ascoltava. Anche perché tutti quanti (anche se ieri, anche per via dei protocolli non erano tantissimi i ragazzi presenti) sono decisi a ritornare. E a insistere. «Si è visto come tanta parte di responsabilità per la nascita e la diffusione di questo virus», così Zeno, «sia da fare risalire al nostro continuo consumo di carne animale, agli allevamenti intensivi, alle nostre abitudini non solo alimentari». Dunque stop. Fermiamoci a pensare. P.CA.

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