Tosi: «Noi e Leitner insieme per difendere l’autonomia»

Il sindaco di Verona, candidato nella lista della Lega: «Siamo rimasti gli unici federalisti» Sulle speciali: «La guerra del nordest contro di voi non ha senso, dobbiamo fare squadra»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Lega lotta per ottenere il 4% alle elezioni europee e lo fa rivendicando la propria coerenza, cavalcando il disincanto antieuro, rinfrescando le proteste sull’immigrazione fuori controllo, «prima veniamo noi». Ieri a Bolzano per la campagna elettorale sono arrivati Flavio Tosi, numero due della lista del nordest e sindaco di Verona («se mi eleggono resto sindaco»), l’europarlamentare uscente Lorenzo Fontana (numero 3) e il commissario della Lega Maurizio Fugatti. Così Tosi sulla coerenza: «Eravamo autonomisti e federalisti vent’anni fa, poi lo sono diventati tutti. Adesso non ne parla più nessuno e noi siamo sempre qui, a dire che lo Stato centrale non regge e l’unica soluzione è il federalismo». Si dichiarano autonomisti, ma sostengono il progetto di Stato libero dei Freihelitlichen, con cui hanno firmato per la prima volta un accordo elettorale. Al numero 10 della lista c’è Pius Leitner e il simbolo dei Freiheitlichen è impresso accanto all’Alberto da Giussano nel logo del Carroccio. Nel nordest le autonomie speciali non godono di buona pubblicità, ma Tosi sottolinea: «La soluzione non è andare alla guerra contro le “speciali”, ma costituire una alleanza autonomista tra chi l’ha già ottenuta e chi no». Il programma elettorale per le europee è intitolato «Basta euro: come uscire dall’incubo», ma Tosi sottolinea: «La Lega vuole difendere gli interessi nazionali a Bruxelles. Ciò non significa essere anti Ue, ma puntare a contare per ciò che siamo: il terzo Stato contribuente. Invece l’Ue destina un miliardo di euro all’anno per la Turchia, che non è Stato membro, e la stessa Turchia, con il Pil al 3% ci fa concorrenza. Il problema dell’Europa è che le regole vengono dettate dall’asse franco-tedesco». Così Fontana sull’immigrazione: «L’operazione “mare nostrum” doveva evitare le stragi, che continuano a ripetersi. Costa 300 mila euro al giorno e scarica sull’Italia la responsabilità di inserire questi clandestini. Così non può andare avanti: l’Europa deve lavorare per creare migliori condizioni di vita nei Paesi di origine e la stabilizzazione dei conflitti».

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