Tram, referendum in autunno

Bolzano. Si voterà in un giorno solo, dalle 7 alle 22. E avverrà, minimo, tra 120 giorni. Dunque, dal 1 di ottobre in poi, a scuole aperte. Sarà un referendum di tipo consultivo, quindi non...


PAOLO CAMPOSTRINI


Bolzano. Si voterà in un giorno solo, dalle 7 alle 22. E avverrà, minimo, tra 120 giorni. Dunque, dal 1 di ottobre in poi, a scuole aperte. Sarà un referendum di tipo consultivo, quindi non vincolante. E la domanda sarà, in sintesi: sì o no al tram. A convincere i giudici sull'ammissibilità del quesito è stato un comitato guidato da Davide Costa, già nei 5Stelle, uscitovi l'anno scorso e ora nel gruppo misto in consiglio comunale. La richiesta di una consultazione popolare sul progetto era infatti stata depositata presso la segreteria comunale da un comitato di cui fa parte lo stesso Costa. La domanda era stata infine girata alla commissione apposita, prevista dallo statuto, e composta da un giudice della corte d'Appello di Trento, uno della Corte dei Conti ed un magistrato del Tar. Questi, dopo un breve esame, hanno ritenuto la richiesta “ammissibile”.

Costa è geometra e si definisce “un tecnico”. Inoltre dice di sè: «Il tram? Lo ritengo una spesa inutile ma non è questo il punto.... Voglio che la gente, i cittadini, si possano esprimere. C'è una distanza sempre più profonda tra politica e persone comuni, è giusto diminuirla». Avrà 120 giorni per raccogliere le firme. E già promette «serate informative».

I referendari

Nel suo comitato ci sono altri sette compagni di viaggio. Alcuni vogliono restare sotto traccia. Ci sono Michele De Luca, fustigatore del mondo bus, e Lorella Panfidi, che Costa definisce “di centro, già del gruppo Bizzo”. C'era molta incertezza sull'esito del giudizio dei tre magistrati chiamati a decidere sull'ammissibilità così come prevede lo statuto comunale. E i dubbi riguardavano il ruolo della Provincia nel progetto tram, la quale gestirà la sua messa in pratica, attraverso la Sta e che finanzierà l'opera al 50%. Un precedente analogo aveva riguardato le ex Pascoli. Allora un referendum per decidere la loro sorte non fu ritenuto ammissibile perché il Polo bibliotecario venne ritenuto di interesse provinciale e non strettamente comunale. «Ma in quel caso- osserva ancora Costa - il municipio aveva ceduto con atto tavolare il suo terreno alla Provincia e dunque cadevano i suoi diritti sulla questione...».

Servono 2mila firme

In Comune, nel frattempo si stanno preparando. Il segretario generale Antonio Travaglia ha in mano tutta la procedura e sarà il suo ufficio a valutare le duemila firme autenticate necessarie per la consultazione. Il sindaco non teme il confronto: «L'opera non sarà tutta a carico nostro, anzi. Perché la Provincia ha deciso, dopo 30 anni, di investire anche su Bolzano. Il tram? Ridurrà il traffico renderà l'aria più pulita. Perché la salute viene prima di tutto. Certo, mi sembra molto strumentale appoggiarsi ad un referendum- osserva Renzo Caramaschi - perché di queste cose si dovrebbe discutere con i tecnici e guardare cifre e numeri. Ed è quello che stiamo facendo con le innumerevoli assemblee pubbliche. Così, invece, si ridurrà ad un sì o un no un tema molto complesso. E questa rischia di essere una democrazia di facciata...».

Altrettanto critico, pur se pronto al confronto, anche l'assessore alla viabilità provinciale, Daniel Alfreider: «Cosa penso del referendum? Detta in sintesi che non mi piace. Bisognerebbe decidere dopo valutazioni concrete, con dati e studi, occorre lavorare sulle cifre e conoscere tutti gli argomenti, finanziari e tecnici. Temo che, col referendum così semplificato, si butti tutto in politica e che la gente decida, come spesso accade in questi casi, sull'onda del momento». Ma il tram è una scelta giunta, assessore? «Più che giusta: strategica. La Provincia lo ha inserito nell'Agenda per Bolzano" concordata tra il governatore e il sindaco e ha deciso di finanziarla. La nostra Sta costruirà la linea, che servirà soprattutto a togliere traffico pendolare. Spero che di tutto questo i cittadini si rendano conto...». Diverso il parere sul referendum dell’assessore Angelo Gennaccaro: «Stiamo parlando di un progetto destinato a rivoluzionare la mobilità in città: è giusto che i bolzanini possano esprimersi».

Favorevoli e contrari

Come si sta predisponendo ad affrontare la consultazione la politica comunale? La maggioranza, tra Pd, Verdi e Svp pare convinta della bontà della scelta tramviaria. E le opposizioni? «Noi siamo per il tram- dice subito Maria Teresa Fortini, dei 5Stelle - anzi, di più: abbiamo detto che siamo per due linee. Una sola, come previsto dal pums, è una scelta minimalista, poco coraggiosa. Su questo contestiamo la giunta che abbiamo invitato ad accettare la proposta della società italo-francese con la nuova "direttissima”. Ma il tram è comunque una scelta che guarda alla salute dei cittadini. E questo è un bene assoluto». Da tutt'altra parte si schiera la destra. «Parteciperemo alla campagna referendaria e chiederemo di votare no» dice subito Gabriele Giovannetti di Alto Adige nel cuore. «Si tratta - aggiunge il consigliere - di un'opera inutile, che va contro la modernità e non sostenibile economicamente. Costruita solo per i pendolari». Sarà un'estate calda.















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