Trascinatore anche nello sport e nel suo Bauzanum

BOLZANO. Tra i tanti interessi di Daniele ce n’era uno che, forse, era più grande degli altri. Una vera passione. Un amore. Quello per il Bauzanum, squadra calcistica che milita nel campionato...



BOLZANO. Tra i tanti interessi di Daniele ce n’era uno che, forse, era più grande degli altri. Una vera passione. Un amore. Quello per il Bauzanum, squadra calcistica che milita nel campionato amatori. «Negli ultimi anni – si legge nella pagina che, sul sito dell’As Bauzanum, racconta la storia del sodalizio – la squadra si è imposta una vera e propria identità grazie anche alla collaborazione di Prearo Massimo (il direttore sportivo, ndr) e di Mosca Daniele, che con il loro supporto e la loro professionalità hanno inciso in maniera egregia a formare ed intensificare il nostro gruppo». Un trascinatore, Mosca, anche nello sport. «Siamo nati nel 1988 – spiega Franco Masocco, fondatore e presidente della società – e Daniele è stato prima calciatore, poi è diventato allenatore e, infine, membro del direttivo, come segretario e direttore tecnico».

Masocco parla a fatica, le lacrime soffocano le parole di chi trent’anni fa aveva conosciuto un ragazzo, l’aveva visto diventare un uomo e ne era diventato amico. «Un amico fraterno – continua Masocco – sempre presente, anche quando gli impegni di lavoro lo tenevano lontano. Lui c’era. Pagava puntualmente la sua quota sociale e attraverso le ditte per cui lavorava riusciva a sponsorizzare i nostri tornei. Di trofei Bauzanum ne ha sponsorizzati ben 25, disputati a Ruffrè, alcuni dei quali portavano il nome dell’azienda che ci sosteneva. Ho perso un amico...».

Un uomo di grande carisma, Daniele, un uomo che sapeva aggregare le persone, che trasformava un gruppo in una squadra. Lo faceva con le parole e sopratutto con i fatti. «A casa sua, in via Mendola – continua Masocco – aveva una cantina adibita a stube e lì, ogni anno, tenevamo le nostre serate. Una spaghettata in allegria e ognuno portava qualcosa. Un’occasione per stare assieme qualche ora. L’ultima di queste cene l’abbiamo fatta poco prima dello scorso Natale. Credo che in quarant’anni – conclude Masocco – Daniele sia mancato un paio di volte a causa di impegni di lavoro. Anche alle riunioni del direttivo era quasi sempre presente e quando non poteva, mi chiamava dispiaciuto e mi diceva “Franco, non posso venire”. Quel che è successo è terribile...» P.T.













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