Trasporti, oggi autobus solo per sei ore

Linee garantite solo dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15. I sindacati: «Prevediamo adesioni tra il 60 e il 90%»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Si prospetta un'altra giornata campale per gli utenti dei mezzi pubblici: Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno confermato, infatti, per oggi uno sciopero di 24 ore per gli autisti di Sasa e Sad, ma anche per coloro che guidano i trenini e le funicolari Sad. Garantite, invece, le corse di Trenitalia. «Sono previste - spiega Benedetto Rarità, referente della Cgil - due fasce protette, dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15, durante le quali circoleranno regolarmente i bus, mentre per i treni Sad è assicurato il trasporto dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21». La vicenda del rinnovo contrattuale si trascina stancamente dal 2007 e gli autisti sono stufi. «Si tratta di lavoratori che, se appena assunti, guadagnano 1200-1300 euro al mese, mentre in media arriviamo a 1500 euro. Pur in tempi di crisi sei anni di arretrati sono davvero troppi. Prevedo una mobilitazione massiccia da parte dei lavoratori nella speranza che lo sciopero possa contribuire a sbloccare una trattativa che sembra essersi arenata». È difficile anche solo fare una stima dei possibili aumenti di stipendio: «Stiamo parlando - commenta Rarità - di un centinaio di euro per tutti gli anni di arretrati. Una cifra importante, dunque».

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche Toni Serafini, segretario generale della Uil. «Lo sciopero degli autisti è già stato revocato tre volte ma in quest’occasione nessuno sembra disposto a fare marcia indietro. Sono convinto che, pur trattandosi di uno sciopero nazionale, anche in Alto Adige ci saranno adesioni massicce. Nelle altre occasioni la media è stata del 90 per cento per quanto riguarda Sasa e del 60 per cento per quanto attiene la Sad». Secondo Rarità della Cigl i lavoratori coinvolti saranno oltre 500. «Stiamo parlando di 250 autisti Sasa, 300 autisti Sad e 100 macchinisti dei treni Sad».

Ma andiamo ad analizzare le ragioni profonde di questo sciopero del trasporto pubblico. «La decisione delle segreterie nazionali - si legge nella nota firmata dai sindacati - è dovuta alla persistente incertezza sul quadro complessivo delle risorse finanziarie destinate al settore e al mancato avanzamento del negoziato per il rinnovo contrattuale. In tema di risorse le Regioni, per il biennio 2014/2015, non hanno ancora trovato un accordo sui criteri di ripartizione dei 5 miliardi di euro per anno, previsti dal Fondo nazionale del trasporto locale».

Da tempo, ancora di più dopo l’ultimo sciopero nazionale del 2 ottobre scorso, le organizzazioni sindacali nazionali hanno chiesto con forza che il finanziamento, il riassetto del trasporto locale e la vertenza per il rinnovo del contratto fossero finalmente presi in esame nell’ambito di un incontro promosso dal Governo, con la partecipazione dei Ministeri interessati, delle Regioni e delle parti sociali. «Per favorire lo sviluppo del confronto in sede governativa e verificare le posizioni negoziali di Asstra e Anav (le associazioni dei datori di lavoro) sul rinnovo contrattuale i sindacati hanno fatto saltare lo sciopero per tre volte. La trattativa è ripartita concretamente a dicembre, ma da febbraio, con l’avvvicinarsi delle elezioni, si sono indeboliti il ruolo e la capacità di intervento della delegazione governativa, che sono stati condizionata dall’atteggiamento dilatorio di Asstra ed Anav».

«Su argomenti estremamente delicati - spiegano Cgil, Cisl e Uil - quali il Fondo bilaterale di solidarietà e il trattamento di malattia, le associazioni datoriali hanno esasperato il confronto con strumentali e sfibranti tatticismi e infine, in occasione dell’ultimo incontro dell’11 marzo, hanno riconfermato sull’orario di lavoro le stesse proposte annunciate in dicembre, già allora valutate inaccettabili dalla delegazione sindacale». Nei giorni scorsi si è consumata dunque una rottura annunciata da più parti che ha fatto infuriare non poco «autoferrotranvieri e internavigatori», ovvero le due categorie interessate dallo sciopero. La situazione altoatesina, è bene precisarlo, non è critica come quella nazionale. «Questo è vero - conclude Rarità della Cgil - ma la battaglia sul contratto non può essere continuamente rinviata. Era tempo di dare un segnale forte».

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