Troppe morti in carcere Ispezione di Kronbichler
Il deputato nel penitenziario di Trento: distribuito questionario sulle condizioni In tre anni nella struttura tre detenuti deceduti e 22 tentativi di suicidio
BOLZANO. Troppe morti nel carcere di Trento. Il deputato Florian Kronbichler (Sel-Verdi) ha effettuato ieri una ispezione parlamentare a sorpresa al carcere di Spini di Gardolo, protagonista di tre morti in pochi mesi, due dei quali detenuti morti suicidi. L’ispezione è stata sollecitata dalla Camera penale di Trento e l’avvocato Nicola Canestrini ha accompagnato Kronbichler durante il sopralluogo. Il deputato è autore di una interrogazione a risposta scritta al ministero della Giustizia su un suicidio avvenuto a luglio. Obiettivo della ispezione, riassume Kronbichler, «verificare le condizioni di vita, il trattamento ed il rispetto dei diritti della popolazione detenuta». Non si sono limitati a un sopralluogo. Deputato e rappresentante della Camera penale hanno distribuito un questionario. «Abbiamo selezionato casualmente ed incontrato i detenuti di 4 sezioni (3 maschili ed una femminile), raccogliendo in questionari anonimi i giudizi di oltre un quarto della popolazione detenuta (60 uomini e 8 donne), che serviranno da base per l’elaborazione di un dossier che sottoporremo al Parlamento, al ministero della Giustizia, ai vertici politici provinciali, al Provveditorato ed ovviamente alla magistratura locale», riferisce Kronbichler, «Con la massima collaborazione della polizia penitenziaria, che ha assecondato ogni richiesta formulata nel corso della visita ispettiva durata circa quattro ore, si segnala che le criticità evidenziate praticamente all’unanimità dai detenuti consistono nel rapporto del tutto insufficiente con gli educatori (ed in misura minore con gli assistenti sociali) e con la magistratura di sorveglianza. Le lamentele riguardano sia la poca frequenza dei contatti, che la qualità insoddisfacente dei colloqui». Problemi sono stati segnalati anche per il lavoro e la attività formativa, «che viene giudicata largamente insufficiente con mesi di ozio forzato». E ancora, «assenza di assistenza medica o infermieristica di notte, limitazione ai generi alimentari ammessi e costi eccessivi di quelli esistenti, attività e attrezzatura sportiva insufficiente sono altre criticità emerse». Il carcere di Trento, presentato come struttura modello, «è in realtà un carcere che oltre ai noti suicidi ha visto 22 “eventi critici”, cioè tentati suicidi, ufficialmente rilevati negli ultimi tre anni (senza contare i gesti dimostrativi o non comunicati). Un carcere dal quale praticamente tutti chiedono il trasferimento verso altri istituti». La Camera penale di Trento chiede, tra l’altro, che venga immediatamente nominato un garante dei diritti del detenuto.