Truffa alle Poste, Knoll: non regalo soldi all’Italia

Il consigliere si contraddice in un’intervista: «Non è propaganda elettorale» Il video è stato acquisito dai carabinieri. Le Poste: le lettere sono arrivate sigillate


di Susanna Petrone


BOLZANO. L’inchiesta della Procura sulla presunta truffa a «Poste Italiane spa» per l’invio a tariffa ridotta di 375.720 buste contenenti i formulari del referendum sull’autodecisione, ha scatenato la polemica politica da parte del movimento politico inquisito e cioè il Südtiroler Freiheit. Sul registro degli indagati per il momento è stato iscritto solo Werner Thaler (ex segretario amministrativo) ma Eva Klotz e Sven Knoll hanno già accusato la Procura di agire in termini intimidatori per fermare il ricorso all’autodeterminazione da parte della popolazione sudtirolese. Secondo i due consiglieri provinciali si tratterrebbe, dunque, di un «attacco politico». In realtà la vicenda giudiziaria si sta sviluppando in punta di diritto in quanto la contestazione della Procura riguarda il diritto o meno del partito separatista sudtirolese di inviare i formulari del referendum privato sull’autodeterminazione ottenendo l’applicazione delle tariffe ridotte (4 centesimi anziche 1,75 euro a busta) previste per l’invio di propaganda elettorale in occasione delle elezioni provinciali del 27 ottobre 2013. I responsabili del partito già l’altro ieri hanno affermato che si sarebbe trattato, di fatto, di propaganda elettorale in quanto da sempre l’autodeterminazione è un punto fermo del programma politico del partito. Non solo. Secondo gli inquisiti, gli addetti di «Poste Italiane spa» avrebbero «controllato il contenuto e approvato l’applicazione della tariffa scontata». Agli atti del procedimento, però, i carabinieri hanno acquisito la registrazione di una intervista rilasciata da Sven Knoll l’11 ottobre 2013 al giornalista Eberhard Daum. Confrontandosi con l’allora candidato Svp Kompatscher, lo stesso Knoll precisò che i formulari del referendum sull’autodeterminazione non erano propaganda elettorale. Nel confronto video a due, Kompatscher chiese spiegazioni sull’iniziativa e disse che Stf stava prendendo in giro la popolazione sudtirolese. Knoll reagì alzando la voce negando che si trattasse di materiale elettorale. E di fronte alla constatazione di Kompatscher sull’invio dei formulari a tariffa ridotta (con un danno per lo Stato di oltre 642 mila euro) Knoll rispose: «Sono le regole delle Poste a imporci di fare così. E comunque: non regaliamo di sicuro soldi allo Stato italiano». Nel frattempo è anche emerso che da parte di «Poste italiane spa» non ci fu alcuna valutazione sul tipo di spedizione nè sul diritto o meno di ottenere l’applicazione della tariffa elettorale. Le buste contenenti i formulari del referendum furono portate al centro provinciale di smistamento da Werner Thaler in buste sigillate con l’indicazione che si trattava di materiale elettorale. Ma l’ufficio postale non avrebbe avuto nemmeno la competenza giuridica per decidere sul contenuto delle buste.

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