Tumore diagnosticato 5 anni dopo

La denuncia di una paziente: «Due referti ignorati al San Maurizio»


Mario Bertoldi


BOLZANO. Vive con lo spettro della morte a causa, così denuncia, di una duplice disattenzione o superficialità di alcuni medici dell'ospedale San Maurizio. È la storia di una bolzanina di 65 anni cui, nel settembre dello scorso anno, è stato diagnosticato un tumore ad un polmone (ormai ad uno stadio avanzato) con metastasi diffusa. Per due volte, negli ultimi sei anni, la donna era stata ricoverata all'ospedale regionale bolzanino per interventi chirurgici e per due volte i controlli disposti prima di sottoporla ad anestesia avevano segnalato la presenza di una macchia sospetta.

Nei referti si indicava l'opportunità di ulteriori accertamenti. Nessuno però valutò adeguatamente l'indicazione sino a quando, lo scorso anno, la signora tornò dal medico per una persistente tosse che l'aveva colpita. Fu allora che le fu diagnosticata una situazione ormai senza ritorno con una massa tumorale di ben 8 centimetri.

La donna venne considerata inoperabile e da allora sta combattendo una battaglia per la vita con ricorso massiccio alla chemioterapia. La donna, disperata, sta cercando almeno di ottenere un adeguato risarcimento ma l'assicurazione dell'Azienda sanitaria per il momento tentenna: di fronte alle contestazioni su base clinica contenute in una perizia redatta dal dottor Mario Gulisano (medico legale), non ha ancora fornito un cenno di risposta.

«La nostra assicurazione sta valutando la situazione» ha assicurato ieri sera Umberto Tait, direttore generale del comprensorio sanitario di Bolzano. Nel mirino ci sono i responsabili di due reparti: quello di ortopedia e quello di chirurgia vascolare. In ortopedia la paziente fu ricoverata l'11 gennaio 2005 per un intervento al menisco destro. In chirurgia vascolare fu accolta il 24 febbraio 2006 per un intervento chirurgico di safenoctomia sinistra.

Come detto già in occasione della prima operazione gli esami di routine pre-intervento evidenziarono una situazione sospetta a livello polmonare. Nel referto della radiografia al torace veniva indicata una «tenue focale ipodiafania sottoclaveare a destra di natura da determinare» e si indicava l'opportunità di una tac al torace. Indicazione che nessuno avrebbe mai preso in considerazione. In occasione del secondo ricovero, l'allarme del radiologo è ancora maggiore perchè raffronta l'esito della nuova radiografia con i dati emersi un anno prima e segnala «più densa ed anche apparentemente di dimensioni lievemente aumentate la focale ipodiafania segnalata in sede apicale destra...si consiglia approfondimento diagnostico mediante Tac». Anche questa volta, però, l'indicazione fu ignorata.

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