Tumore non diagnosticato, medico assolto

Cade l’accusa di omicidio colposo. Il professionista era accusato di non aver controllato un referto



BRUNICO. «Il fatto non sussiste». Con questa formula di piena assoluzione (anche se con riferimento all’insufficienza della prova) il tribunale di Bolzano ieri pomeriggio ha assolto il dottor Helmuth Walter Schuster (medico specialista in urologia dell’ospedale di Bolzano) dall’accusa di omicidio colposo a seguito della morte di un paziente a cui fu diagnosticato in ritardo un tumore alla vescica.

Il pubblico ministero Andrea Sacchetti aveva chiesto la condanna dell’imputato a nove mesi di reclusione. Il medico era stato accusato di r non aver controllato l'esito di una Tac disposta nell'aprile 2010 con conseguenze cliniche gravissime.

Al centro del caso c'era il dramma di un paziente brunicense, Maurizio Maestrini di 53 anni, deceduto nel 2011. Il tumore, diagnosticato in ritardo all'ospedale di Brunico, non risultò più curabile per effetto delle cellule tumorali che avevano ormai intaccato altri organi vitali. Il medico, su denuncia dei figli della vittima, venne rinviato a giudizio per omicidio colposo ritenendo che lo stesso urologo avrebbe avuto l' obbligo professionale di verificare di persona l'esito di una Tac precedentemente disposta.

Si trattava in realtà di una prima analisi (effettuata il 14 aprile 2010) che evidenziò un ispessimento della parte posteriore della vescica che però nessuno prese in considerazione a tempo debito perchè il paziente non ritirò personalmente il referto e non effettuò inspiegabilmente neppure l'esame cistoscopico prenotato per il 5 luglio 2010. Nell'autunno successivo la situazione, sotto il profilo clinico, precipitò. Secondo la Procura il dottor Schuster avrebbe dovuto controllare d'ufficio l'esito della prima Tac disponendo tempi più rapidi per l'esame cistoscopico. La parte civile, sostenuta dall'avvocato Marco Dall'Aglio, ha parlato di «grave negligenza» dell'imputato ma gli avvocati di difesa Carlo Bertacchi e Valentina Loner hanno evidenziato, al contrario, che nulla (a loro parere) poteva essere imputato al medico. Il giudice Stefan Tappeiner ha accolto le tesi della difesa. Nel corso del processo è mancata la prova che una diagnosi anticipata avrebbe potuto consentire al paziente di vivere più a lungo. (ma.be.)

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