Tumori, per la Cgil non c’è trasparenza

Le verifiche tecniche in tribunale sarebbero state fatte senza il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il comparto funzione pubblica della Cgil vuole ottenere precise verifiche sulla vicenda dei giudici e degli impiegati colpiti da malattie tumorali. La preoccupazione tra gli operatori di palazzo di giustizia (circa 200 persone tra giudici, personale amministrativo e di cancelleria. uomini di polizia giudiziaria) è palpabile anche se un po’ tutti si rendono conto delle difficoltà oggettive di riuscire a dimostrare una eventuale correlazione tra l’insorgenza delle malattie (i tumori riscontrati sono di tipo diverso) e l’ambiente di lavoro. E’ anche possibile che si tratti di semplice sfortuna ma da un punto di vista statistico i casi registrati in tribunale sono anomali. Dunque è necessario procedere a tutte le possibili verifiche. Dopo una prima lettera inviata quattro anni fa all’ufficio igiene e salute pubblica e all’agenzia provinciale per l’ambiente, la Cgil funzione pubblica intende nuovamente intervenire. L’iniziativa è stata assunta da Andrea Beggio che lamenta una carenza di trasparenza e di collaborazione da parte dei responsabili del palazzo di giustizia. E’ vero che per il prossimo 24 aprile il presidente del tribunale Heinrich Zanon ha fissato un’assemblea di tutti i lavoratori interessati, ma è anche vero - sottolinea la Cgil - che molte delle verifiche tecniche sono state effettuate senza la presenza del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (ovvero Floriano Franceschini). «Non possiamo dunque essere certi sulla correttezza delle verifiche tecniche effettuate - puntualizza Andrea Beggio - ancora oggi il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non ha avuto accesso ai dati tecnici delle analisi effettuate». Come noto sia per il presidente del Tribunale Heinrich Zanon che per il procuratore Guido Rispoli la situazione emersa sarebbe assolutamente tranquilizzante. Tutti i valori riscontrati sarebbero ben al di sotto della soglia minima di attenzione, anche per quanto concerne l’inquinamento elettromagnetico prodotto da una grossa antenna telefonica che da via Amba Alagi si affaccia su corso Italia praticamente di fronte all’ala del palazzo di giustizia ove sono risultati più numerosi i casi di malattie tumorali. La Cgil funzione pubblica intende anche verificare il documento di «valutazione rischio», obbligatorio dal 1996 e che dovrebbe essere stato recentemente rinnovato a seguito della costruzione del quarto piano e, dunque, di una sostanziale modifica della struttura ove si lavora. «Sembra che l’azienda che ha curato la certificazione abbia fatto le sue valutazioni solo sulla base di documenti e non verificando fisicamente gli edifici. Se così fosse potrebbero emergere pesanti responsabilità sia dell’azienda che del medico competenza» puntualizza ancora Andrea Beggio. Insomma, ora emerge che l’edificio non sarebbe stato adeguatamente ispezionato per il documento di valutazione rischio di alcuni anni fa.

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