Ucciso dal bus: una perizia per la verità 

L’investitore ha la patente D ed è risultato negativo all’alcotest. Appello del figlio della vittima per portare a casa il padre



BOLZANO. Sarà un consulente tecnico, nominato dalla Procura della Repubblica, a stabilire le cause del tragico incidente, verificatosi lunedì sera all’interno del deposito della Sasa di via Buozzi, nel quale ha perso la vita Hamid Idrissi Azami Hassani, 58 anni ancora da compiere, arrivato in Alto Adige dal Marocco, tre mesi fa in cerca di lavoro. Lo aveva trovato presso la “Meranese servizi spa” di Merano che si è aggiudicata l’appalto, a partire dal primo giugno, per la pulizia e il rifornimento dei mezzi della Sasa. La vittima - domani verrà conferito l’incarico per effettuare l’esame autoptico - era stata assunta con contratto part-time da metà giugno.

Ad investirlo un connazionale, cinquantenne, suo amico ora indagato per omicidio colposo e attualmente ricoverato all’ospedale San Maurizio: nell’incidente ha riportato delle ferite ed è sotto shock.

Hamid, che in Marocco ha moglie e tre figli e a Bolzano era ospite di una sorella, lunedì sera era appena sceso dal bus che aveva provveduto a pulire e sistemare, in modo che fosse pronto per la prossima corsa.

L’incidente. Ha avuto appena il tempo di mettere i piedi a terra quando è stato centrato in pieno da un altro autobus che, piombato su di lui all’improvviso, ha poi proseguito la sua corsa per qualche metro, finendo per schiantarsi contro un piccolo edificio di servizio e infilandocisi per oltre la metà della sua lunghezza. Al volante del mezzo un suo amico, anche lui assunto dalla “Meranese servizi spa”.

La ricostruzione dell’incidente è stata effettuata dalla Polizia municipale che ha accertato che l’investitore è in possesso della patente D, richiesta nel capitolato d’appalto per spostare i mezzi all’interno del deposito, e degli altri requisiti previsti dalla gara vinta dalla società meranese.

Negativo l’alcoltest al quale è stato immediatamente sottoposto; si conosceranno invece nei prossimi giorni i risultati del test relativo all’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti, anche se chi ha visto lunedì sera il lavoratore, prima e dopo l’incidente, esclude che fosse sotto l’effetto di droghe.

«La “Meranese servizi spa” - spiega l’avvocato Lorenzo Salvà, legale della società - ha seguito scrupolosamente tutte le prescrizioni previste dal capitolato d’appalto. I mezzi venivano spostati per essere puliti e riforniti di carburante».

Il guidatore, distrutto dalla tragedia che gli è piombata addosso, avrebbe detto che il mezzo era diventato all’improvviso incontrollabile, per un problema ai freni. «Sarà un perito - dice il presidente della Sasa Stefano Pagani - ad individuare la causa dell’incidente. Quello che possiamo dire noi è che il bus aveva circolato tutto il giorno e gli autisti non avevano segnalato alcuna anomalia. Non solo: il mezzo era stato sottoposto anche di recente alla revisione».

L’appello. Intanto dal Marocco arriva una disperata richiesta di aiuto da parte del figlio maggire di Hamid, più che mai deciso a riportare a casa il padre. «Purtroppo - spiega Majd Idrissi Azami Hassani - sto incontrando una serie di difficoltà. Io ho il visto francese, ma vale solo a partire dal 22 settembre. Spero che qualcuno mi dia una mano per risolvere i problemi di tipo burocratico, riuscire a venire a Bolzano e riportare in patria mio padre, arrivato in Italia con un permesso di due anni. Era contento perché aveva trovato un lavoro e adesso stava cercando un appartamento in cui trasferirsi per non dipendere dalla sorella che lo ospitava».















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