Una «caccia alle briciole» in aiuto ai più poveri

Avviata anche a Merano l’iniziativa di solidarietà dell’associazione Volontarius Il cibo non venduto in bar e negozi viene raccolto e destinato a chi ne ha bisogno


di Simone Facchini


MERANO. È approdato a Merano il progetto “Cacciatori di briciole”, promosso dall'associazione Volontarius, la stessa che in città gestisce il centro per migranti presso la stazione ferroviaria. I contenuti si rifanno a quelli di altre iniziative che si propongono due obiettivi primari: da una parte ridurre lo spreco alimentare insito nel consumismo e con ciò praticare un'opera di sensibilizzazione sul tema, dall'altro lato donare cibo a chi ne ha bisogno.

Cibo che, in questo caso, consiste in pane, dolci, panini, pizzette, insomma prodotti da forno che nei punti vendita, bar, negozi, supermercati, hanno vita commerciale brevissima, un giorno per essere venduti, mentre la loro vita “reale” non termina lì, perché possono essere buoni anche il giorno dopo. C'è anche un proverbio che dal Piemonte alla Sicilia unisce l'Italia asserendo la bontà, assieme all'uovo di un'ora e al vino di un anno, proprio del pane d'un giorno. Saggezza popolare che diventa, con i cacciatori di briciole, solidarietà.

Mentre a Bolzano il progetto, nato nel 2013, è ormai consolidato e coinvolge oltre 50 volontari e numerosi esercizi, a Merano ha mosso i primi passi a metà novembre. Ma la risposta è stata immediata. «In breve - spiega Christian Bacci, coordinatore provinciale del progetto - si è creato un gruppo affiatato di otto persone, grazie alla collaborazione di Gibi Settimo che guida la squadra meranese a nome di Volontarius. Sono giovani e meno giovani, un team eterogeneo a testimoniare come il volontariato non abbia età né barriere».

Anzi, può abbatterle. La porta per aggregarsi è sempre aperta, sia ai cacciatori sia ai fornitore/sostenitori. A proposito: chi desidera informarsi lo può fare scrivendo a christian.bacci@volontarius.it oppure telefonando al 347 5723583. «In questa prima fase - continua Bacci - il cibo “salvato” è stato destinato al centro profughi. Ma abbiamo anche individuato una famiglia in una situazione di estremo bisogno. Realtà di questo genere esistono anche in Alto Adige, spesso però il pudore induce a non rivelarsi».

Il fronte sul quale adesso l'iniziativa si concentra è quello dei fornitori: al momento a destinare l'invenduto ai cacciatori di briciole è unicamente l'Eurospar all'incrocio fra via Goethe e via Laurin. Si cercherà di coinvolgere altre attività del commercio alimentare, grandi e piccole, come avvenuto nel capoluogo dove la rete di punti di raccolta s'è diffusa. A Merano il progetto è ancora di dimensioni limitate, ma intanto è stato avviato. I numeri erano ridotti anche il 6 marzo 2013, quando a Bolzano Christian Bacci compì la sua prima uscita di raccolta su una bicicletta adattata per l’occasione: portò a casa 30 briciole. Ora si sono moltiplicate.













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