«Una donna generosa, temprata dalla vita» 

Il ricordo della migrante scomparsa e un unico obiettivo: garantire il sostegno ai suoi due figli



BOLZANO. Aveva superato tante, tantissime difficoltà. E qui a Bolzano, insieme ai suoi due figli, aveva imboccato il cammino di una nuova vita, con caparbietà solare e gentile che conquistava tutti. Un ricordo commosso di Enalatha è di Elisabetta Marinelli, coach in un corso di formazione organizzato dalla Comunità comprensoriale Bassa Atesina. «Era di animo buono e generoso – scrive Marinelli, profondamente scossa dalla tragedia –. Le difficoltà che ha attraversato nel corso della vita l'avevano fortificata e la sua intelligenza le aveva permesso di trarne insegnamenti importanti. Aveva sviluppato una forte resilienza e un atteggiamento antifragile verso la vita. Era in grado di trarre vantaggio dagli svantaggi, non aveva atteggiamenti vittimistici, ma piuttosto analitici verso i problemi quotidiani e i progetti futuri. Possedeva una grande forza d'animo autorigenerante, era coraggiosa e il futuro non la spaventava. Parlava della sua vita come di una seconda possibilità e diceva che da un anno a questa parte era “rinata”. Ha dimostrato a se stessa e ai suoi figli che se si ha un progetto, non importa quanto tempo ci voglia, bisogna raggiungerlo. Supportata da una mente vivace, molto aperta, curiosa e attenta al mondo circostante era anche caparbia: se qualcosa la smuoveva riusciva a creare le condizioni per raggiungere il suo obiettivo. Possedeva ottime competenze interpersonali e intrapersonali, ottima capacità empatica e riusciva a cogliere le persone e i loro bisogni. Era ben integrata nei contesti in cui si era inserita e il progetto che ha portato avanti come tesi per il corso di antropologia culturale con l'università di Bolzano (un corso in lingua inglese: non aveva dato l'esame, ma aveva seguito tutto il corso e aveva preso 28/30 di un progetto), dimostra quanto fosse importante per lei capire le altre culture, le persone che abitano il mondo e, in particolare, la comunità in cui viveva. Sapeva relazionarsi bene con chiunque - conclude Marinelli - e sembrava rientrare nel suo desiderio farlo bene e con reciproca soddisfazione per le parti. Era potenzialmente una buona mediatrice. Ci mancherà… molto!».

Scossi nel profondo operatori e vertici della Onlus Voliontarius, che gestisce maso Zeiler, a Gries, dove Chiara Rabini, referente comunale per i profughi e i suoi figli erano ospitati. Ieri, un cartello apposto sul cancello d’entrata spiegava che, a causa della tragedia, la festa in occasione delle porte aperte era stata rimandata. Ora, come ha spiegato il presidente Davide Monti subito dopo il dramma, la priorità di Volontarius sarà quella di sostenere i due figli della quarantenne, che a settembre hanno iniziato i loro studi a Bolzano. Un aiuto psicologico, dato che la donna era il loro unico punto di riferimento e che la ragazza di 17 anni ha assistito impotente all’investimento della madre, ma anche economico. Un aiuto che, come ha rivelato lo stesso Monti, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha subito garantito (quando è avvenuto l’incidente i responsabili nazionali dell’Unhcr erano in Comune per un incontro a cui partecipavano Caritas, Chiara Rabini, referente comunale per i profughi e lo stesso Monti, che ha dato la notizia del dramma) e che anche alcuni imprenditori bolzanini hanno subito offerto. Oggi, intanto, l’associazione Critical Mass dedica la consueta pedalata del primo giovedì del mese proprio a Enalatha, con un sosta sul luogo del suo investimento. Appuntamento in piazza Walther alle 18.30.













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