Unioni civili, «fatto solo il primo passo»

I Verdi: «La Provincia si adegui in fretta». Divise le coppie omosessuali: c’è chi si sposerà e chi si sente discriminato


di Alessandro Bandinelli


BOLZANO. Passa dunque in Senato, tra le polemiche, la legge per le unioni civili che nei prossimi giorni dovrà affrontare un più agevole percorso alla Camera dei deputati. A livello locale da registrare la positiva reazione dei Verdi, che attraverso un comunicato a firma dei consiglieri provinciali Riccardo Dello Sbarba e Brigitte Foppa, parla di risultato che rompe un tabù: «Il testo approvato istituisce per la prima volta in Italia – e anche in Alto Adige – l'unione civile tra persone dello stesso sesso, parificando i diritti dei partner con quelli di ogni altra famiglia. Assistenza, sanità, cura, condivisione dei beni, eredità, reversibilità della pensione: ovunque nelle leggi e nel codice civile si parla di “coniuge”. Adesso il compito che ci diamo è di trasferire – con adeguati provvedimenti – i diritti conquistati nella legislazione provinciale». Delusione invece nel mondo Lgtb (lesbiche, gay, transgender, e bisessuali), che nei giorni scorsi ha dato vita anche a manifestazioni di protesta. Il nodo resta soprattutto lo stralcio della “stepchild adoption”, il paragrafo relativo all’adozione da parte della coppia dei figli naturali di uno dei due partner. Molto duro il commento di Waldemar Kerschbaumer, ex presidente dell’associazione bolzanina Centaurus per i diritti delle persone omosessuali: «Una legge fatta più per smettere di pagare le multe dell’Unione Europea che per le persone. Inoltre si è persa ancora una volta l’occasione per tutelare i tanti bambini, figli di famiglie omosessuali che vivono e continueranno a vivere senza tutele». L’ex presidente di Centaurus due anni anni fa è andato in Norvegia per potersi sposare con il suo compagno: «Non approfitteremo di questa legge per regolare la nostra unione in Italia, all’estero il nostro matrimonio è riconosciuto e ha più valore. Sono passati ventiquattro anni da quando ho allestito il primo banchetto in piazza Municipio per i matrimoni tra persone dello stesso sesso, vorrà dire che aspetterò ancora dieci anni». Più o meno dello stesso avviso Andreas Unterkircher, attuale presidente del Centaurus che parla di grande delusione di tutto il mondo Lgtb: «Almeno prima non esistevamo, adesso la discriminazione si è fatta legge». Tuttavia, anche Unterkircher, che in questi ultimi mesi in particolare si è battuto per promuovere e sensibilizzare la cittadinanza sul tema, è contento che qualcosa si sia mosso: «È meno di quello che per noi sarebbe già stato il minimo, ma è pur sempre un primo passo».

Andrea Mier di Bolzano e Paolo Divina di Trento sono invece tra coloro che approfitteranno della nuova legge per regolarizzare la loro unione. I due, si sono da poco trasferiti a Lizzano, in Salento, per dare vita a un b&b: «Noi guardiamo il lato positivo della cosa, è un primo passo e poi adesso che abbiamo un’impresa in comune avremmo anche uno strumento in più per tutelarci da un punto di vista patrimoniale». Infine, la polemica sull’assenza del “dovere di fedeltà” tra i doveri coniugali nelle unioni civili, si trasferisce sul matrimonio tradizionale. Per i Verdi, “tale dovere è un relitto del passato”, e sottolineano come “ci appare positiva la strada intrapresa da un gruppo di parlamentari di eliminare questo “dovere” anche nel matrimonio tradizionale”.

Secondo Elio Cirimbelli direttore dell’Asdi, l’ associazione separati divorziati, è “assurdo che si voglia togliere il patto di fedeltà al matrimonio tradizionale”. «Si parla - dice - solo di diritti assai poco di doveri. Quando due persone decidono di condividere la loro vita, si prendono anche l’impegno della fedeltà. Se uno dei due è responsabile della rottura del vincolo matrimoniale per manifesta infedeltà, è giusto che ne paghi le conseguenze».













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