Unità d'Italia: negozi chiusi il 17 marzo a Bolzano. Ma anche la Provincia

L'Unione commercio turismo servizi Alto Adige ha informato che il 17 marzo è «un giorno festivo da tutti i punti di vista»



BOLZANO. Non si placano le polemiche sui festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia. Se da un lato il governatore Durnwalder (e la sua giunta) hanno fatto sapere che la Provincia non parteciperà alle celebrazioni ufficiali, dall'altro gli uffici pubblici saranno tutti chiusi in occasione del 17 marzo. Dunque, la Provincia non festeggia... ma i suoi dipendenti staranno a casa. In una nota, l'Unione commercio turismo servizi Alto Adige ha informato che il 17 marzo è «un giorno festivo da tutti i punti di vista». Fino ad ora, infatti, non erano del tutto chiari gli effetti che questo giorno di festa nazionale straordinaria avrebbe avuto sulle relazioni di lavoro. Ora, però, il Consiglio dei ministri a Roma si è espresso in proposito, sciogliendo i dubbi. La delibera è stata anche ripresa e ulteriormente chiarita da una specifica comunicazione dell'associazione di riferimento nazionale Confcommercio. «Per queste ragioni, in quella data - spiega una nota dell'Unione - le aziende di commercio al dettaglio osserveranno un giorno di chiusura». E anche qui, probabilmente, non mancheranno i mugugni. Moltissimi commercianti altoatesini sono infatti di lingua tedesca.

''Mi pare che manchi un po' il senso delle istituzioni e la responsabilità di chi le rappresenta'': è la risposta del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Valerio Cattaneo (Pdl), alle dichiarazioni del presidente dell'Alto Adige, Luis Durnwalder (Svp) sull'Unità d'Italia.

''Trovo incomprensibile - ha detto Cattaneo, che ha avuto dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome l'incarico di coordinare la partecipazione agli eventi dell'Unità - che il massimo rappresentante di un'importante istituzione pubblica dica che non intende partecipare alle celebrazioni del 150/o anniversario''.

Secondo Cattaneo, ''sono le diversità a fare la forza e la vitalità dell'Italia, ma non è accettabile che, da più parti, si vogliano utilizzare le celebrazioni del 150° per tentare di riscrivere la storia. Agli scettici, e ce n'erano anche in Piemonte, che preferivano il Regno Sardo all'Unità, fu risposto allora che 'non si può dimenticare di essere italiani, per esser piemontesi'. E' la stessa risposta che dobbiamo dare, con rispetto ma anche con la massima fermezza, al presidente Durnwalder e a tutti coloro che oggi mettono in discussione il valore dell'Unità italiana''.













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