Urzì torna in pista: c’è una svolta nella Svp

L’ex candidato sindaco lancia il modello Brunico: centrodestra al governo con una lista unica



BOLZANO. Alessandro Urzì non intende perdersi le prossime elezioni comunali. Troppo interessanti. «Dal voto di maggio sono passati solo cinque mesi, ma sembra un secolo, tanto è cambiata la situazione. Il fermento nella Svp rappresenta una chance storica per noi», dice il leader di Alto Adige nel cuore. Come candidato sindaco del centrodestra (senza Lega) ha perso al ballottaggio contro Luigi Spagnolli (57% contro 42%), garantendosi però ottimi risultati nei quartieri popolari.

Pensa di ricandidarsi?

«Sono a disposizione per dovere civico. Non lo chiedo, tanto meno lo pretendo. Il percorso va invertito. Si costruisce prima il progetto, poi gli si abbina il candidato più coerente».

Risposta di rigore. Avete iniziato a parlarvi?

«Sì. Abbiamo davanti una straordinaria opportunità di cambiare la città. Va colta senza resistenze, accettando con umiltà di fare gioco di squadra. Sembrano parole ovvie,ma alla luce di quanto accaduto la scorsa primavera non lo sono affatto. Ci sono contatti per gettare le basi del progetto per Bolzano e delle prossime provinciali, deponendo gli accenti bellicosi che vanno bene per la campagna elettorale, non per governare».

Allude alla Lega?

«No, parlo di tutti. Anzi, la Lega finora ha tenuto un comportamento serio. Punta ad avere un ruolo importante, che le va riconosciuto».

Lillo è uscito da Forza Italia, ovunque di parla di civiche. Nel centrodestra il quadro è ancora più affollato rispetto a maggio.

«Non sono d’accordo. Secondo me si sta semplificando, perché si rafforza l’opportunità di costruire qualcosa di civico, legato al territorio».

Rapporti con la Svp?

«Bolzano è la città di tutti e chiede idee nuove. La componente tedesca è imprescindibile. È iniziato un virtuoso dibattito nel pianeta Svp ed ex Svp, che farà riflettere i vertici del partito. Credo che si apriranno nuove opportunità, con il mondo sudtirolese, non solo con la Svp. Siamo tutti stanchi del “non fare”. Tolta la patina ideologica, ci sono sintonie fortissime. Per quanto mi riguarda, il mio modello non è nemmeno Laives, ma Brunico: il centrodestra al governo da oltre dieci anni grazie a una lista unita». (fr.g.)













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