Uve bianche, vendemmia catastrofica

La gradazione alcolica è modesta, molti i grappoli marci o con la muffa e si è registrata una perdita di peso del 20%


di Bruno Tonidandel


EGNA. Catastrofica la vendemmia 2014 soprattutto per le uve bianche. Le frequenti piogge di quest’estate e di questo inizio di autunno hanno fatto aumentare non di poco la percentuale di uve marce. Di conseguenza i viticoltori sono stati costretti, per limitare un pochino i danni, ad una vendemmia precoce e di conseguenza limitarsi ad una gradazione alcolica modesta. In più si è registrata una perdita di peso che, in certi casi supera anche il 20%, e un prolungato lavoro di raccolta. Il motivo è presto detto. Le varie cantine della Bassa Atesina, quelle sociali e quelle gestite da privati, hanno obbligato i fornitori di uve di conferire un prodotto sano. Quindi nel corso della vendemmia ogni grappolo è stato preso in mano, controllato e ripulito dagli acini intaccati da marciume o muffa. Un lavoro pazzesco che ha raddoppiato i tempi di raccolta con un sensibile aumento dei costi di gestione del vigneto. Abbiamo accennato alla gradazione alcolica. In molte zone l’agricoltore è stato costretto a vendemmiare quando ancora le uve non avevano raggiunto il grado di maturazione ottimale. Di conseguenza sono mancati gli zuccheri. Molti viticoltori hanno conferito, tanto per fare un esempio, uve della varietà Pinot Grigio, con una gradazione che a malapena raggiungeva i 16, 16,5 gradi, quando dallo stesso appezzamento, negli anni passati, si erano registrati 19 e anche 20 gradi. Un po’ meglio, con il marciume è andata con le uve, sempre bianche, ma coltivate con il metodo Guyot. In questo caso i grappoli sono stati meglio esposti al sole e alla ventilazione e le muffe hanno avuto maggior difficoltà ad attecchire. Meno di un mese fa l’enologo supertitolato Willi Stürz, responsabile tecnico della Cantina sociale di Termeno, era ancora fiducioso. «Ci bastano cinque giornate di sole per salvare le uve bianche». Il sole non è mancato ma purtroppo alternato con frequenti piogge. E questo ha favorito enormemente il diffondersi del marciume sulle uve. Un danno quindi enorme per i viticoltori che, di certo non possono rifarsi con le uve nere. La varietà Schiava, per esempio, è stata colpita dal moscerino Suzuki la cui femmina buca l’acino per deporre le uva; dopo pochi giorni l’intero grappolo si trasforma in aceto. Grande lavoro quindi per gli agricoltori ma anche per i cantinieri. È difficile infatti capire come, con queste uve, si riesca ad ottenere dei vini pregiati. Ma in cantina si fanno ancora i miracoli.

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