Va in pensione Gianni Felicetti, l’uomo delle piscine

Dopo 42 anni di servizio, lascia la struttura di viale Trieste in concomitanza con la chiusura del lido l’11 settembre



BOLZANO. L’acqua della vasca troppo fredda; quella delle docce troppo calda; l’armadietto dello spogliatoio che non si apre; le nuove cabine del lido assegnate in base ad un sorteggio invece che alle persone che da 30 anni occupano la stessa e per questo la considerano una sorta di seconda casa: per ogni lamentela, le centinaia di persone che ogni giorno frequentano la piscina coperta in inverno e in lido di viale Trieste in estate, si rivolgevano sempre a lui, Gianni Felicetti.

È stato così negli ultimi vent’anni, ovvero da quando al dipendente comunale, assunto 42 anni fa come elettricista, è stato assegnato l’incarico di curare la manutenzione e fare da super-visore alla gestione degli impianti natatori di viale Trieste, lo stadio Druso e il Campo Coni di via Santa Geltrude. Dal 17 settembre non sarà più così: Felicetti va in pensione. Attualmente sta smaltendo le ferie arretrate, ma di fatto lo si incontra ancora in viale Trieste, per il passaggio di consegne. Il lido chiude domenica 11 settembre; la piscina coperta riapre lunedì 26.

«Questi anni - dice -sono volati e mi sarebbe piaciuto rimanere ancora un po’, per seguire il completamento dei lavori del Campo Coni e dello stadio Druso, ma non era possibile prolungare il servizio. Al di là delle quotidiane lamentele alle quali ormai avevo fatto il callo, per me è sempre stata una soddisfazione vedere le centinaia di persone - dai bambini di pochi mesi agli over 80 - che ogni giorno arrivano in piscina. Un’occasione per fare movimento, ma anche - e questo vale in particolare per gli anziani - uscire di casa e poi, a fine nuotata, fermarsi a fare due chiacchiere al bar. Nel corso degli ultimi 20 anni è aumentata a dismisura la richiesta di ore-acqua. Per capirsi l’impianto coperto è in funzione dalle 6.45 alle 23.20. Ciononostante, non è facile conciliare le esigenze del pubblico, con quelle della miriade di associazioni e degli atleti della sezione tuffi della Bolzano Nuoto».

La nuova giunta ha deciso di costruire la piscina coperta da 50 metri all’interno dell’areale ferroviario: cosa ne pensa?

«Per me la soluzione migliore sarebbe quella di realizzare un grande centro natatorio a Maso della Pieve, dove già oggi c’è una vasca utilizzata dalle associazioni. Sposterei laggiù anche il trampolino, in modo che la piscina coperta di viale Trieste si possa destinare esclusivamente al pubblico. Inoltre farei di tutto per sbloccare la piscina della Polizia di viale Druso».

L’impianto sul quale nel 2008 si era firmato un protocollo d'intesa tra Comune, Ministero, Questura e Federazione nuoto?

«Sì, ma poi non se n’è fatto nulla. Ed è grave che con la fame di piscine che c’è, si tenga una struttura chiusa per questioni di tipo burocratico».

Problemi con le donne musulmane che frequentano l’impianto?

«Finora no. Solo una volta, un paio d’anni fa, è arrivata un’italiana convertita all’Islam che ha chiesto di poter indossare il burkini: ce lo ha mostrato e ci ha assicurato che prima di entrare in acqua avrebbe fatto la doccia come tutti gli altri. Semmai quest’estate abbiamo avuto più problemi con i ragazzini che pretendevano di entrare in acqua con i pantaloncini al ginocchio e sotto le mutande».

E adesso che va in pensione cosa farà?

«Inizio una nuova vita in tutti i sensi: io sono vedovo e l’11 settembre mi sposo, nella chiesa ortodossa di Merano, con Nataly».(a.m)

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