Vaccini, l’Alto Adige non rispetta la legge 

Ricciardi: «Bolzano ci preoccupa. Resistenze politiche sconcertanti». E ll ministro: «Zona rurale, nemica della medicina»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Alto Adige e vaccini, siamo la maglia nera d’Italia. «L’unica preoccupazione che abbiamo è Bolzano dove sono ancora migliaia i bambini ed i giovani che non sono in regola con la legge sull'obbligo». Durissima sintesi del presidente dell’Istituto superiore di sanità - Walter Ricciardi - che a margine della presentazione del portale ISSalute, dice che «tutte le Regioni stanno andando molto bene e stanno recuperando quote di bambini in vista della scadenza del 10 marzo per la presentazione delle certificazioni di vaccinazione ai fini delle iscrizioni a scuola. Oggi l'unica vera preoccupazione è Bolzano». Con circa 26 mila giovani non vaccinati, di cui 422 bambini. «L’Alto Adige - dice Ricciardi - rimane nota dolente perché a partire dalle autorità politiche e amministrative, non sembra si sia capito che c'è una legge che va rispettata. É impressionante e sconcertante sapere che ci sono assessori e rappresentanti che incitano a non rispettare la legge». L’assessora alla sanità - Martha Stocker - si tira fuori e spiega che Ricciardi ce l’ha con il consigliere Andreas Pöder (BürgerUnion) che giusto l’altro giorno ha presentato in consiglio provinciale 15 mila firme di genitori che combattono per la libera scelta e intanto si rifiutano di far vaccinare i figli. «Noi stiamo facendo i salti mortali - continua Stocker - stiamo convincendo le famiglie e recuperato tantissimo. Rispetteremo la data del 10 marzo perchè tutti i giovani hanno comunque in mano l’appuntamento per la vaccinazione». Un’operazione non facile, quella dell’assessora, visto che la questione “vaccini” in Alto Adige è soprattutto politica e le tensioni con Roma che obbliga al vaccino sono pesanti.

Il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, a proposito parla di un Alto Adige contadino. Non lo dice a chiare lettere, ma lo sottointende arretrato e nemico della medicina. Altoatesino come “buon selvaggio”. «A Bolzano - dice il ministro - abbiamo un grosso problema perché la realtà - più rurale che altrove - mantiene una grandissima diffidenza nei confronti delle vaccinazioni e, in generale, rispetto alla medicina. Abbiamo lavorato con l’Asl per aiutare realtà più chiuse ad accettare il metodo scientifico. Purtroppo in contesti come questi si confonde una scelta identitaria di tipo politico con una scelta sulle vaccinazioni che di politico non ha nulla, si tratta solo di salute pubblica».

E Stocker rispedisce la palla a Pöder: «Ce l’hanno con lui!». Sempre ieri il ministro ha detto che «saranno sanzionate solo le famiglie che non hanno voluto vaccinare i figli per motivi ideologici». Per questo Lorenzin si dice in totale disaccordo con la proposta di alcune Regioni - e anche dell’Alto Adige - di lasciare che i bambini non in regola con l'obbligo vaccinale possano comunque terminare l'anno scolastico. Ma cosa accade in caso di mancata certificazione entro il 10 marzo? «Il dirigente scolastico - dice il ministro - segnala la mancanza alla Asl, che a sua volta convoca i genitori. Se questi rifiuteranno ancora di vaccinare, incorreranno in una sanzione da 100 a 500 euro. I bambini non vaccinati e che frequentano la scuola dell'infanzia (nidi e materne) saranno allora esclusi dal servizio. Ma per chi ha avuto, per motivi di calendario vaccinale, malattia o incapacità delle Asl un rinvio dopo il 10 marzo, non c'è problema. I minori i cui genitori dimostrino con documentazione dell’Asl, entro il 10 marzo, di avere presentato la richiesta di vaccinazione e che la somministrazione sia stata fissata successivamente a tale ultima data, potranno continuare a frequentare i servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia».

Il direttore generale dell’Asl Thomas Schael non vuole entrare nell’eterna querelle: «Siamo fiduciosi che le nostre campagne portino a risultati postivi. I dati sono in aumento. E li abbiamo in mano».













Altre notizie

Attualità