SILANDRO

Val Venosta, sequestrati 200 chili di carne avariata in un ristorante

Il locale era stato anche scelto come sostituto per il servizio di mense scolastiche



SILANDRO. I carabinieri del nucleo antisofisticazione e sanità di Trento, insieme ai militari della Compagnia di Silandro, hanno sequestrato all’interno di un noto esercizio di ristorazione della Val Venosta, conosciuto anche per i prezzi abbordabili praticati e frequentato giornalmente da decine e decine di avventori, tra cui anche gli studenti delle scuole superiori, oltre 200 chili di carne avariata, non più idonea per essere destinata all’alimentazione umana.

Quello che è iniziato nella tarda mattinata di ieri (domenica 13 novembre) presso un affollato ristorante della Val Venosta doveva essere un normale controllo di routine, uno dei tanti che viene svolto nel settore della ristorazione dal nucleo antisofisticazione e sanità di Trento in collaborazione con i carabinieri delle stazioni dislocate in Alto Adige. I primi segnali percepiti all’inizio dell’ispezione non erano stati incoraggianti, ma la minor pulizia ed il disordine potevano sembrare, ad un esame superficiale, una disattenzione. Quando i militari hanno però aperto la cella congelatore, seminascosta all’interno di un magazzino, sono rimasti letteralmente di stucco: in violazione di qualsiasi norma erano infatti ammassati sui vari ripiani decine e decine di confezioni di carne di vario tipo (manzo, maiale, selvaggina): non solo non vi erano etichette che permettessero di risalire alla rintracciabilità del prodotto, ma molti pacchi, confezionati all’origine, riportavano date di scadenza superate anche da diversi mesi. Ancor più grave, all’interno dei locali non vi era alcuna apparecchiatura che consentisse la congelazione in maniera idonea degli alimenti, per cui tutta la procedura di conservazione della carne non poteva ritenersi assolutamente idonea.

Val Venosta, i 200 chili di carne sequestrati dai Nas dei carabinieri

Operazione in un ristorante: erano conservati in una cella frigo (Foto Carabinieri)

Superato il primo attimo di stupore gli uomini dell'Arma hanno iniziato il computo certosino degli alimenti deteriorati e non più commestibili. Un’operazione che si è protratta per alcune ore, al termine delle quale sono stati sequestrati 215 chilogrammi di alimenti carnei, per un controvalore di circa 10.000 euro. Non sembra sussistere peraltro nessun dubbio che tali alimenti fossero destinati alla commercializzazione: a fronte di una ricchissima offerta sul menu del locale di filetti, tagliate, carpacci e grigliate varie, negli altri frigoriferi del ristorante non è stata trovata carne sufficiente per soddisfare le richieste dei numerosi clienti. Approfondendo gli accertamenti è emerso che il locale rientrava in una lista di esercizi pubblici convenzionati con le amministrazioni comunali per sostituire le mense scolastiche e garantire il servizio di refezione agli studenti delle scuole medie superiori.

Il titolare dell’esercizio ristorativo ed il responsabile delle procedure del sistema di autocontrollo sono stati denunciati alla procura della Repubblica che dovrà vagliare la loro posizione. I due rischiano di dover pagare una pesantissima ammenda. La carne sequestrata verrà invece distrutta tramite una ditta specializzata. Le amministrazioni comunali, informate della vicenda direttamente dalla dottoressa Donatella Marchesini, pubblico ministero titolare del fascicolo, dovranno invece valutare l’opportunità di continuare a servirsi ancora dell’esercizio pubblico controllato, atteso che uno degli articoli della convenzione stipulata prevede espressamente che i titolari dei locali rispettino le corrette procedure igieniche e le norme Haccp. Il sequestro effettuato rappresenta un’eccezione nel mondo della ristorazione altoatesina (basti pensare che nel solo mese di ottobre a fronte di quasi un centinaio di locali ispezionati, questo è l’unico illecito riscontrato), ma conferma la necessità di continuare a svolgere capillari controlli, al fine di evitare che simili contesti possano gettare ombre immeritate su tale settore. Soprattutto occorre ricordare che prezzi invoglianti possono significare, in qualche caso, un pericoloso compromesso con la qualità degli alimenti serviti.













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