Valanga: le foto che raccontano la tragedia

Gli scatti di un turista acquisiti dalla Procura: le due vittime trentine travolte dopo un distacco provocato da altri turisti


di Giorgio Pasetto


SOLDA. Ecco le immagini della tragedia. Una serie di fotografie scattate da un turista che stava effettuando un'escursione in compagnia della guida alpina Markus Reinstadler e che dal versante di fronte ha così testimoniato le varie fasi del drammatico evento. Sono quelle stesse foto su cui sta lavorando la Procura per individuare eventuali responsabilità.

La tragica storia di quella maledetta domenica è scritta sulla neve, dalle tracce degli sciatori che si sono avventurati nel fuoripista, dai netti margini della valanga. Ogni solco, ogni segno è interpretabile: dalle serpentine perfette tracciate da sciatori allegri ed esperti, alle curve spigolose disegnate dai più tesi e timorosi. Ma, soprattutto, come in un libro, vi si può leggere la sequenza degli eventi. Ad interpretare i segni è Olaf Reinstdaler, nota guida alpina e capo del soccorso alpino di Solda, che di quelle montagne conosce ogni roccia, ogni anfratto, ogni pericolo. «I due gruppi centrati dalla valanga stavano scendendo lungo la via normale - osserva Reinstadler - quella serie di scie ben visibili a sinistra, un tracciato che dopo i primi transiti si trasforma in una vera e propria oltre che sicura pista battuta».

«Pista che ad un certo punto piega verso sinistra, per chi scende, e punta direttamente verso l'abitato di Solda - prosegue la guida alpina - quando è avvenuto il distacco gli sciatori stavano transitando proprio nella zona del cono della valanga, verso il limitare del bosco, nel punto dove si sono accumulati fino a dieci metri di neve e dove per giorni abbiamo inutilmente cercato il turista bavarese disperso. C'è anche una variante di discesa affrontata meno frequentemente - aggiunge il capo del Cnsas di Solda - all'altezza del salto verso il pendio finale, si prosegue oltre il tracciato della via normale, fino al limite della cresta, per poi imboccare lo stretto e ripido canalone che scende diretto verso valle. Qualcuno, invece, ha abbandonato la via normale per effettuare una traversata in quota: sono le tracce che guardando la zona della tragedia provengono da sinistra e si dirigono verso il cono: ecco, sono stati proprio quegli sciatori a mettere in moto la massa nevosa».

Il resto è tutta una logica conseguenza: la prima lastra cede inizia a scendere verso valle, seguita poco dopo da tutta la zona superiore alla quale è venuto a mancare quell'appoggio che garantiva l'equilibrio statico, su fino alle rocce dove è ben visibile il taglio netto. Centinaia, migliaia di metri cubi di neve pesante che scende sollevando una nuvola di polvere bianca e che va a concludere la sua corsa dove il pendio si fa più dolce, dove due comitive di sciatori ormai in vista del paesino di Solda stanno disegnando le ultime serpentine pensando di aver ormai superato ogni difficoltà e ogni pericolo.

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